LOCRI Prende contorni sempre più definiti il progetto che potrebbe presto dare ai cittadini della Locride un nuovo reparto di oncologia. Il “sogno” è quello di potersi «curare con il mare intorno». Sì, un vero e proprio sogno per un territorio dove il fenomeno della migrazione sanitaria tocca livelli altissimi, e dove sono centinaia i malati oncologici che dalla provincia reggina ogni anno sono costretti ad andare a chilometri di distanza per ricevere le cure necessarie. Ma a breve – si parla di nove mesi dal momento in cui verranno avviati i lavori -, grazie all’impegno dell’Associazione Angela Serra, il sogno si potrebbe trasformare in realtà. «Siamo pronti», dichiara al Corriere della Calabria Attilio Gennaro, responsabile dell’associazione per la Locride.
Nata a Modena e guidata dal professor Massimo Federico, l’associazione Angela Serra si è negli anni radicata su tutto il territorio nazionale con sedi a Milano, Caserta, Benevento, Lecce. Nel 2017 è arrivata nella Locride, oggi è attiva al policlinico Mater Domini e al Pugliese Ciaccio di Catanzaro, da pochi giorni ha una sede all’oncologia di Corigliano, e punta ad attivarne una anche all’interno del Gom di Reggio Calabria. «In Calabria – racconta Attilio Gennaro – siamo arrivati con un progetto adeguato con quelle che secondo noi sono le problematiche per i pazienti della Locride: la migrazione sanitaria. Essere costretti ad andare a mille chilometri di distanza per effettuare le cure per questo tipo di patologia».
Nasce così lo sportello “Agenzia No Viaggi” che attraverso il progetto “Migrazione Zero” «mira a limitare i cosiddetti “viaggi della speranza”». Un servizio attivo presso la sede dell’associazione, che nella Locride si trova presso la struttura dell’ex ospedale di Siderno. «Chi ha un sospetto o sta facendo delle cure e non sa a chi rivolgersi può recarsi presso il nostro sportello, qui noi prendiamo i documenti e li inviamo al nostro team scientifico. Nel nostro team – spiega Gennaro – abbiamo esperti oncologi dedicati a ogni singolo organo. Valutano le carte, vediamo chi è il nostro referente in regione per ogni singolo caso e fissiamo noi gli appuntamenti. Se il paziente vuole essere seguito da noi ci occupiamo di vigilare affinché tutto venga svolto attraverso i moderni standard». Alla base c’è l’intento di condurre una vera e propria ricerca, che verrà pubblicata appena si arriverà al numero di casi necessario per fare una statistica. «L’obiettivo è capire quanto questo sistema incide nel limitare la migrazione sanitaria», spiega il referente dell’associazione per la Locride, che aggiunge: «Molto spesso le persone partono perché non sanno a chi rivolgersi e dove trovare il professionista che può dare risposte alle loro necessità». Oltre a causare disagi ai malati e alle loro famiglie, il fenomeno – spiega Gennaro – «incide sulla Regione e sui cittadini, che pagano le prestazioni sanitarie dei calabresi ricoverati fuori regione».
«Eravamo stati chiamati dal dottor Giovanni Condemi, per rinfrescare e rendere più agevole e più dignitoso quello che è l’attuale reparto di oncologia di Locri. Inizialmente l’idea – racconta Attilio Gennaro – era quella di spendere 20-30mila euro per fare qualche intervento. Una volta entrati, però, ci siamo resi conto che il reparto stava al terzo piano, quando lo abbiamo visitato non era neanche attivo l’ascensore. Non c’era una sala d’aspetto né per i pazienti, né per i loro familiari. A quel punto abbiamo pensato ad un intervento innovativo e risolutivo, per dare finalmente ai pazienti della Locride la giusta dignità per le loro cure».
L’associazione ha fatto a proprie spese prima un progetto di massima e poi la progettazione esecutiva. Illustrato lo scorso luglio dall’architetto Franco Maghenzani, il progetto proposto è su un’area di circa 1000 metri quadrati, dove sono previste tre distinte aree: una ambulatoriale per le visite e i controlli ambulatoriali, una di Day Hospital per infusione farmaci e una di degenza. La nuova oncologia sarà collegata al cuore dell’ospedale tramite un corridoio interno ed è stata realizzata per essere di facile accesso, con parcheggio e area verde dedicati. Oggi i costi della realizzazione sono di circa 1,2 milioni di euro e potranno essere realizzati – sottolinea l’associazione – in nove mesi.
In questi mesi sono state tantissime le iniziative organizzate per il supporto della raccolta fondi in favore della realizzazione dell’opera. Iniziative a cui la comunità ha risposto molto positivamente, contribuendo attivamente. «Il nostro obiettivo era quello di onorare il debito con la sede nazionale dell’associazione per poi chiedere un prestito maggiore. In un anno – spiega Attilio Gennaro – siamo riusciti a raccogliere le somme necessarie, quindi l’associazione Angela Serra è disponibile a farsi carico dei costi e realizzare il progetto da subito. Stiamo aspettando la parte pubblica, Asp e Regione, con la quale c’è un’interlocuzione, per fare un convenzione con cui ogni parte si assume le proprie responsabilità rispetto al progetto». (redazione@corrierecal.it)
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