Dopo lo stop al taglio delle accise sui carburanti, a partire dal 1 gennaio 2023, i prezzi di benzina e gasolio continuano a salire incontrollati, nonostante a livello di mercato la quotazione del barile stia scendendo. Per arginare questo andamento all’insù il Governo Meloni, con un decreto ad hoc, ha messo sul tavolo un nuovo strumento: Il prezzo medio nazionale dei carburanti.
In realtà non è una vera è propria novità, ma ciò che cambia è la modalità di calcolo e di comunicazione. Se prima infatti il prezzo medio veniva calcolato su base mensile, adesso verrà elaborato e pubblicato giornalmente dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
L’altra importante novità coinvolge direttamente i distributori che dovranno esporre il prezzo medio insieme al prezzo effettivamente praticato. L’obiettivo è quello di contrastare la speculazione e di aumentare i livelli di trasparenza consentendo al cittadino di confrontare il livello dei prezzi.
La decisione di intervenire tramite l’emanazione di un decreto, è stata assunta dopo che i listini dei carburanti, nei giorni scorsi, hanno continuato a salire, fino ad arrivare a toccare i 2,4 euro al litro per il gasolio in autostrada, come ad esempio sull’A3 in Calabria come mostrato dai dati diffusi dal Codacons. Di certo non va meglio per la benzina. Infatti, guardando agli ultimi prezzi comunicati dai gestori al Ministero delle Imprese, sulla A1 la verde arriva a costare 2,369 euro al litro col servito, toccando punte di 2,384 euro al litro sull’ A4.
Visti i crescenti rincari soprattutto in autostrada, tra le altre misure in arrivo adottate dal Consiglio dei Ministri, c’è anche quella di fissare un tetto agli aumenti in autostrada. Il decreto, infatti, oltre a prevede per gli esercenti l’obbligo di mettere i cartelli del prezzo, prevede anche per i gestori in autostrada, un tetto al prezzo che sarà fissato da una norma. In poche parole sulle autostrade gli esercenti dovranno applicare prezzi di vendita del carburante non superiori a una percentuale del prezzo medio giornaliero, percentuale che sarà determinata da una apposita norma. Ci saranno poi ulteriori controlli da parte della Guardia di Finanza e all’interno dell’Antitrust verrà istituita una Commissione di allerta rapida sui prezzi.
Ovviamente, le nuove misure non hanno trovato pienamente d’accordo i distributori, che non ci stanno ad essere tacciati come speculatori sostenendo che il rincaro dei prezzi sia dovuto principalmente allo stop al taglio sulle accise. Dall’altro, sempre dai rappresentanti dei distributori, continua ad essere richiesta con forza la c.d. Accisa mobile, uno strumento che modula il valore dell’accisa in funzione anticiclica all’andamento del mercato, compensando eventuali tensioni al rialzo.
Tra nuove misure e nuove proteste, i prezzi stellari dei carburanti continuano tuttavia a salire, rimanendo un problema serio per le tasche di famiglie e lavoratori. Per questo, oltre alle misure legate alla stabilizzazione del mercato e al contrasto alla speculazione, il Governo ha rinnovato anche per il primo trimestre del 2023, la misura dei buoni benzina del valore massimo di 200 euro per lavoratori dipendenti. Va ricordato, che il valore dei buoni benzina ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti, non concorre alla formazione del reddito del lavoratore e pertanto non incide sull’imposizione fiscale.
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