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«Qualcuno salvi il Cosenza calcio»

Chiunque ami il calcio sa che, salvo miracoli, il Cosenza retrocederà dalla serie B. Allo stato, è inutile negarlo, lo merita. La squadra è la più debole della cadetteria. Due allenatori si sono a…

Pubblicato il: 11/01/2023 – 11:55
di Mario Campanella*
«Qualcuno salvi il Cosenza calcio»

Chiunque ami il calcio sa che, salvo miracoli, il Cosenza retrocederà dalla serie B. Allo stato, è inutile negarlo, lo merita. La squadra è la più debole della cadetteria. Due allenatori si sono alternati ma entrambi, al di là del loro valore, non hanno grandissime responsabilità. Il calciomercato non promette nulla di buono. Il presidente Guarascio ha un budget preciso e non lo sforerà, seppure l’impressione è che i conti siano in netto utile. Guarascio, che è il proprietario di Ecologia Oggi, ha avuto il merito (e soprattutto la fortuna) di portare la squadra dalla D alla B, vincendo incredibilmente un campionato di serie C ai playoff. Tranne il primo anno, con Braglia, gli altri sono stati anni penosi. Il 2021 il Cosenza è stato ripescato, mentre l’anno scorso ha evitato il declassamento allo spareggio. I suoi demeriti, però, sono assai evidenti. Il Cosenza, pensando solo alla stagione 2021-2022, ha incassato tra diritti tv, valorizzazione giovani, incassi e sponsor tra gli 11 e i 12 milioni. Le spese, considerando la modestia della rosa, possono essere esagerate (ma si esagera) fino a sei. Quindi, sei milioni di utili. Certo, sulle spese si tratta di supposizioni ma sarebbe giusto che il presidente Guarascio mostrasse alla città i conti dettagliatamente. La società non spende nulla in materia di acquisti, non ha un vero e proprio settore giovanile. Aveva un allenatore di spessore, Bisoli, che è stato incredibilmente mandato via nonostante l’impresa della salvezza. Guarascio non ama i tifosi e non è riamato. Non è Carratelli, né Serra, né Pagliuso. Non è, soprattutto, un tifoso. E’ un imprenditore intelligente che non fornisce, però, garanzie sul futuro. Perché il vero problema del Cosenza, più che la serie C, è cosa ne sarà del suo futuro. Una città e il suo hinterland in profondo declino rischiano di perdere l’unica, parziale, attrattiva rappresentata proprio dalla serie B. La Reggina può ambire alla A, il Catanzaro andrà certamente in B e il Crotone può sperare nei playoff. La cenerentola rimane l’unica città calabrese a non avere mai conosciuto la massima serie. Nonostante un pubblico straordinario, certo volubile, ma capace di avere medie più alte di tante squadre di serie A. Il sindaco Franz Caruso deve muoversi. E’ vero che si trova dinanzi a una proprietà privata ma può chiamare a raccolta, come accadde il 1986, cordate in grado di rilevare la compagine. L’attuale presidente ha finanche minacciato Daspo per tifosi colpevoli non di cori razzisti o di atti violenti ma di goliardate rispetto alle quali chiunque altro avrebbe fatto finta di non sentire. Politici, professionisti e classe imprenditoriale: sono loro a doversi sedere dinanzi a un tavolo. Raccogliendo un’offerta congrua ma proporzionata al valore della società. Per aprire un’altra pagina.

*Giornalista

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