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L’inchiesta

Corruzione elettorale, scatta il divieto di dimora per Aieta

Il gip di Paola ha accolto la richiesta sollecitata dalla Procura. L’ex consigliere regionale è finito nell’inchiesta su voto di scambio

Pubblicato il: 12/01/2023 – 16:49
Corruzione elettorale, scatta il divieto di dimora per Aieta

CETRARO Divieto di dimora in Calabria e conseguente obbligo di residenza in altra regione. È la misura cautelare che ha colpito l’ex consigliere regionale nonché già sindaco di Cetraro Giuseppe Aieta. Il gip di Paola ha disposto la misura accogliendo la richiesta sollevata dalla Procura di Paola che indaga per voto di scambio e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio in relazione alla proroga di gestione delle Terme Luigiane di Guardia Piemontese concessa, al momento della fine della originaria concessione, alla società Sateca che ne era beneficiaria.
In particolare, secondo l’accusa, Aieta (che ora è un esponente di Italia Viva) avrebbe fatto “pressioni” facendo leva sulla sua carica politica per ottenere in cambio voti, nel corso delle elezioni regionali del 2020, dai dipendenti delle Terme.
Il gip ha invece respinto la richiesta di misure cautelari nei confronti del sindaco di Acri Pino Capalbo all’epoca dell’inchiesta nella struttura regionale di Aieta -, del responsabile delle Terme e del presidente del comitato dei lavoratori.
Secondo l’accusa, Aieta avrebbe concordato in modo occulto con Dante Ferrari, socio della Sateca, le azioni da intraprendere per assicurare le pretese di Ferrari e assicurare la proroga della gestione delle Terme alla Sateca fino al 2036.
Le controparti erano i Comuni di Guardia Peimontese e Acquappesa.
Secondo l’accusa, Aieta si sarebbe prodigato ripetutamente affinché la Regione provvedesse alla soppressione della posizione del ruolo dei concessionari dei due Comuni, in modo che si instaurasse un ruolo concessorio diretto e definitivo tra la Regione e la Sateca. Nell’inchiesta sono indagati anche Giuseppe Tucci quale legale rappresentante del comitato Lavori Terme Lunigiane, e Mario Schiavoni, dipendente della Sateca.

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