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I NODI DELLA POLITICA

Le maggioranze a geometria variabile a Catanzaro e quella convergenza tra Fiorita e Mancuso

Votato il revisore dei conti del Comune suggerito dal presidente del Consiglio regionale. Parte dell’opposizione parla di “inciucio”

Pubblicato il: 12/01/2023 – 21:13
Le maggioranze a geometria variabile a Catanzaro e quella convergenza tra Fiorita e Mancuso

CATANZARO Prove di un accordo vero e proprio o semplicemente convergenza su una singola vicenda, come ne capitano tante in una consiliatura? A Catanzaro com’è noto (come è tristemente noto, in verità) storicamente il partito politico più forte è quello del trasversalismo, il partito di mezzo nel quale le ideologie e le visioni contrapposte si annacquano nel nome della realpolitik. Una dinamica non solo catanzarese ma molto, tanto catanzarese, che poi l’esito delle Amministrative di giugno ha ulteriormente alimentato e amplificato, con quell'”anatra zoppa” che ha portato alla guida del Comune un sindaco di minoranza sostenuto da una maggioranza a geometria variabile, costretta a fare ricorso con cadenza praticamente quotidiana ai “responsabili” di turno per tenersi in piedi. Il risultato è in effetti un pastrocchio indecifrabile, ancora più indecifrabile se se si considera che l’opposizione – che numericamente sarebbe maggioranza – in realtà a sua volta è divisa in più tronconi. Le sedute di Consiglio comunale di Catanzaro da anni ormai rendono plasticamente l’immagine di un calderone indistinto nel quale spesso anche le intese che sembrano più improbabili alla fine non solo diventano probabili ma si realizzano pure.

La convergenza sul revisore dei conti

È quello che è avvenuto anche nella seduta odierna, che all’ordine del giorno aveva la designazione del presidente del Collegio dei revisori dei Conti del Comune. Alla fine è stata designata Caterina Caputo, che ha riportato 22 voti. Figura da tutti ritenuta autorevole e assolutamente adeguata ma al solito il problema non è questo. Il problema è che sul nome della Caputo c’è stata la convergenza della coalizione “mista” – centrosinistra e spezzoni del centrodestra – del sindaco Fiorita e del gruppo, molto consistente numericamente, che in aula siede tra i banchi dell’opposizione e che fa riferimento al presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, che ha suggerito l’indicazione della Caputo. Tutto, per la verità, alla luce del sole, nel senso che nel dibattito non si è fatto mistero della “paternità” della designazione, ma tanto è bastato per scatenare aspre polemiche e soprattutto retropensieri. Il resto dell’opposizione “tagliato fuori” dai giochi – segnatamente l’area dello sfidante di Fiorita al ballottaggio, Valerio Donato, e quella di Forza Italia guidata da Marco Polimeni – ha attaccato ad alzo zero, parlando di «inciucio» e di «pagina bruttissima» della politica a Catanzaro, ricordando il ben diverso clima che c’era in campagna elettorale, quando la coalizione di Fiorita non perdeva occasione per tuonare contro Mancuso e il fatto di essere il plenipotenziario della Lega sul territorio. Ovviamente critiche che lo schieramento governativo ha rispedito al mittente, escludendo inciuci di sorta e accordi sottobanco. A intervenire anche lo stesso Fiorita, che ha ricordato all’opposizione contestataria di essersi sottratta al dialogo auspicabile per condividere la scelta del revisore dei conti del Comune.

Prove di accordo o contingenza?

Il botta e risposta fa parte del gioco ma resta l’interrogativo: tra Fiorita e Mancuso ci sono prove di “larghe intese” e di un accordo vero e proprio, proiettato al futuro, o c’è stata una singola convergenza contingente? Chi conosce a fondo le dinamiche politiche di Catanzaro sostiene che comunque una trattativa c’è stata e non è escluso che ci sarà. Del resto sarebbe anche nell’ordine delle cose, considerando che Fiorita avverte l’esigenza di ampliare il perimetro della propria maggioranza (lavorando a questo da settimane): e con una “larga intesa” con i mancusiani si metterebbe davvero al sicuro, almeno numericamente parlando. Certo, se solo si pensa a quanto Fiorita e Mancuso stiano guerreggiando in questi giorni sulla “partita” dell’Università, tra Medicina e azienda unica “Dulbecco”, si fa fatica a ipotizzare un percorso condiviso tra i due. Ma a Catanzaro, come storia insegna, politicamente parlando l’impossibile non è mai tale… (c. a.)

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