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Pd, Cuperlo: «In gioco il nostro futuro. Al partito calabrese chiedo passione» – VIDEO

Il candidato alla segreteria dem a Lamezia Terme. «Torniamo a occuparci dei problemi della gente. La vicenda Oliverio è una ferita aperta»

Pubblicato il: 13/01/2023 – 17:45
Pd, Cuperlo: «In gioco il nostro futuro. Al partito calabrese chiedo passione» – VIDEO

LAMEZIA TERME «Partire dal Sud è una scelta consapevole, convinta e voluta, perché il Sud sta soffrendo, anche per i provvedimenti del governo. L’Italia dev’essere unita perché se spezziamo l’unità del paese a pagare il prezzo saranno le fasce sociali più deboli, più fragili nell’erogazione dei servizi essenziali. E allora partire dal Mezzogiorno è il messaggio – che il Pd, o almeno la mia candidatura deve rivolgere a tutto il paese – che la crescita, lo sviluppo di questa parte dell’Italia non è solo nell’interesse dei cittadini calabresi e siciliani na nell’interesse di tutto il paese». Così Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Pd, nella sua prima tappa in Calabria, a Lamezia Terme, dove sta incontrando dirigenti e militanti del partito e del centrosinistra. Ad accoglierlo, tra gli altri, l’ex governatore Mario Oliverio e gli ex consiglieri regionali Michele Mirabello e Mario Franchino. 

Autonomia differenziata 

Tanti i temi affrontati da Cuperlo. «La mia posizione sull’autonomia differenziata – ha esordito il candidato alla segreteria del Pd – è molto netta, assolutamente contraria al disegno presentato dal ministro Calderoli, nel metodo e nel merito. nel metodo perché non ha nemmeno avuto il buongusto di consultare prima la Conferenza Stato-Regioni, nel merito soprattutto perché è un disegno destinato ad accentuare le diseguaglianze e quindi le ingiustizie tra la parte ricca e l’altra parte del paese. Ci sono diritti primari che vanno garantiti in modo universale a tutti i cittadini, indipendentemente dal codice di avviamento postale del luogo in cui sei nato e dalla famiglia in cui sei cresciuto, il diritto a curarsi, a non essere costretto all’emigrazione sanitaria verso le regioni ricche del nord, il diritto ad avere una scuola pubblica di qualità: non sono politiche o strategie che si possono delegare alle singole Regioni, in una logica in cui il federalismo fiscale non può mettere in discussione la necessità di una solidarietà e di una perequazione delle risorse a vantaggio di chi parte indietro».

I temi del congresso del Pd

Quanto alle dinamiche interne al Pd in questa fase congressuale per Cuperlo «il tema non è spostare un po’ più al centro o un po’ più a sinistra il Pd. La domanda vera è se c’è ancora un futuro per questo partito nell’Italia dei prossimi anni. Il Pd è stata l’intuizione di culture diverse, la sinistra storica, il cattolicesimo democratico, l’ambientalismo, il pensiero femminista: se anche una sola di queste cultura dovesse pensare che il progetto non è più giusto e non è più valido penso che il Pd semplicemente cesserebbe di esistere. E  allora – ha proseguito – la candidatura che ho avanzato, la piattaforma che insieme a tanti abbiamo messo in campo serve esattamente a dire questo: pensiamo che del Pd ci sia ancora bisogno, soprattutto davanti a una destra che sta mostrando il suo vero volto dopo poche settimane dal suo insediamento, ma è un partito che va profondamente ripensato, rinnovato nel suo modo di essere, nel suo modo di discutere, di decidere, di selezionare la classe dirigente. Non abbiamo bisogno di un programma di governo, non si vota domenica prossima, abbiamo bisogno di ricostruire l’identità della principale forza di centrosinistra nel paese». E ancora – ha rilevato Cuperlo – «le alleanze non sono il tema che metterei al centro della nostra discussione. Le alleanze seguono a quello che tu decidi di essere. Molti anni fa Norberto Bobbio ammoniva la sinistra italiana dicendo “decidono del loro destino senza capire che dipende dalla loro natura decidano la loro natura e avranno chiaro anche il loro destino”. Io voglio un congresso dove finalmente si discuta della natura del mio partito, del Pd: chi siamo e soprattutto quale parte del paese vogliamo rappresentare. E sono qui anche per questo». Quanto alle polemiche sul voto online alle primarie, Cuperlo ha sostenuto: «Io penso che se passiamo il tempo a discutere delle regole faticheremo a uscire di casa. Noi dobbiamo discutere dei problemi degli italiani, dei bisogni di questo paese, di una manovra, quella varata dal governo meloni, che accarezza l’evasione fiscale, la incentiva persino, che punisce la povertà e la colpevolizza, che toglie il reddito di cittadinanza a 800mila famiglie precipitandole nel rischio di una nuova povertà, che non dice nulla sul terreno gli investimenti, della produttività, delle risorse strategiche di questo paese, del trasporto pubblico locale, della sanità, della scuola. Potrei andare avanti all’infinito. Se davanti a questa fotografia ci dividiamo sulle regole del congresso – ha osservato il candidato alla segreteria del Pd – penso che non ci capisce nessuno».

Il “caso Oliverio”

Per Cuperlo poi «la vicenda che ha riguardato Oliverio è molto significativa, perché davanti a quella inchiesta è caduta una giunta legittimamente eletta e c’è stato un cambio di maggioranza politica e quella inchiesta si è risolta con un assoluto proscioglimento rispetto alle accuse che erano state mosse. Quindi da questo punto di vista c’è un interrogativo che dobbiamo porci sul rapporto tra la politica e il rispetto assoluto dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, ma anche la rivendicazione di un’autonomia della politica nelle sue scelte e anche nella sua capacità di controllo del suo operato e dell’operato dei suoi esponenti. In questo caso si è prodotta una ferita, se non un vulnus, che credo ha prodotto conseguenze serie».

«Al Pd calabrese chiedo passione»

Infine, Cuperlo ha affermato: «Cosa chiedo al Pd calabrese? Tutto secondo me si risolve in una sola parola: la passione. Io penso che abbiamo bisogno di riscoprire passione, e anche quel sentimento verso la politica e i bisogni delle persone, quella connessione sentimentale – avrebbe detto Gramsci – che da troppo tempo abbiamo accantonato». (c. a.)

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