CATANZARO «Consistenze ragguardevoli», talmente ragguardevoli da aver «superato l’importo di 204 milioni di euro negli anni dal 2016 al 2022». Tra le criticità che attanagliano e zavorrano i conti e il bilancio della Regione Calabria quella dei debiti fuori bilancio e dei pignoramenti è sicuramente una delle più gravi. Il quadro emerge plasticamente anche dalla relazione del Documento di economia e finanza della Regione per il triennio 2023-25 approvato nell’ultima sessione di bilancio a Palazzo Campanella.
«La Regione, ormai da tempo fa fronte, quasi esclusivamente mediante risorse all’uopo stanziate, alle spese sorte nel corso dell’anno a causa del riconoscimento, da parte dei dipartimenti competenti per materia, di debiti fuori bilancio derivanti da sentenze di condanna dell’ente o da acquisti effettuati in altri esercizi finanziari senza il preventivo impegno di spesa, nonché ai pagamenti connessi agli atti giudiziali di pignoramento presso il Tesoriere regionale», si legge nel Defr che poi sottolinea: «Entrambi i fenomeni, considerati da parte della magistratura contabile come patologici e sintomatici di inerzie nelle procedure di pagamento e forieri di danno all’erario, sono parzialmente connessi. Infatti, è evidente che il pagamento tempestivo delle sentenze di condanna dell’ente o delle obbligazioni giuridicamente vincolanti (sebbene assunte senza impegno di spesa) evita le procedure esecutive a carico della Regione e che, quindi, la gestione efficiente delle procedure di spesa riesce a prevenire o quanto meno a ridurre tali fattispecie. Tuttavia, la Regione non è riuscita, nel corso del tempo, a contrastare in maniera significativa la presenza di procedure esecutive in quanto tale fenomeno non ha origine unicamente nell’inerzia dell’amministrazione nell’iter di pagamento dei debiti fuori bilancio, ma è di sovente connesso ai pignoramenti subiti in qualità di terzo». Per ciò che concerne tali atti giudiziali di pignoramento nel Documento di economia e finanza della Regfione si osserva: «Non può non rilevarsi come negli ultimi 6 anni la stessa abbia assunto consistenze ragguardevoli, e, nell’anno 2021, dopo una rilevante riduzione nel triennio 2018/2020, è nuovamente in crescita, considerato che, risultano pagati e quietanzati dal tesoriere regionale pignoramenti per oltre 36 milioni di euro».
Il Defr poi rileva che «dall’analisi dei contenziosi, dai quali sono scaturiti i pignoramenti nel corso degli anni, si evince ancora una volta la proliferazione delle procedure esecutive originate da situazioni debitorie di soggetti ed enti terzi a loro volta creditori della Regione Calabria, poste in essere nei confronti dell’ente. Tali procedure, che continuano a rappresentare il maggior numero di quelle subìte, in termini quantitativi, traggono, pertanto, origine non da un debito proprio dell’ente regionale, ma da un debito che l’ente subisce come terzo e che di sovente è condannato a pagare, nonostante non esistano rapporti economici con i soggetti debitori e vengano conseguentemente rese dichiarazioni negative in ordine all’esistenza di rapporti debitori». Sotto questo aspetto un caso di specie sono i pignoramenti a carico dell’Afor, l’azienda della forestazione dismessa anni fa (per fare posto a Calabria Verde), in particolare i pignoramenti dell’Afor che vedono la Regione chiamata in causa quale terzo pignorato: «Si auspica – si legge nell’ultimo Defr – un miglioramento di tale situazione a seguito della declaratoria di liquidazione coatta amministrativa dell’Afor», a seguito della quale «nessuna azione esecutiva e\o cautelare può essere iniziata o proseguita su somme di pertinenza (anche indiretta) dell’Afor, discendendo direttamente dalla legge la relativa improcedibilità, e qualsiasi ragione creditoria potrà e dovrà trovare ingresso all’interno della procedura di Liquidazione, nelle forme di legge, nel pieno rispetto della par conditio creditorum». A ciò – rileva la Giunta nel Documento di economia e finanza – «si aggiunga che la Regione ha subito nel corso degli anni pignoramenti di elevata entità originati dall’attività del “Commissario Delegato per l’emergenza ambientale” regolarizzati mediante l’utilizzo delle risorse derivanti dalla “contabilità speciale” trasferita dallo Stato o da altre somme di competenza del Commissario delegato per l’emergenza ambientale. Considerato che, allo stato attuale, sono ancora in corso numerose vertenze nei confronti della gestione del Commissario, si ritiene assolutamente necessario richiedere ulteriori trasferimenti da parte dello Stato».
Nel Defr la Giunta regionale fotografa il difficile stato dell’arte ma individua anche le azioni da omettere in campo in futuro: «Nonostante tale situazione, gran parte delle strutture regionali continua a non individuare la spesa che ha dato l’origine al pignoramento, ad assumere pochissimi provvedimenti di riconoscimento amministrativo dei debiti connessi ai pignoramenti e a recuperare con estrema lentezza le somme anticipate in qualità di terzo pignorato». Per garantire gli equilibri di bilancio dunque la raccomandazione è «accantonare le risorse finalizzate alla copertura dei pignoramenti che hanno superato l’importo di 204 milioni di euro negli anni dal 2016 al 2022». (c. a.)
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