COSENZA Un legame spesso segnato da dissidi e frizioni, ma quando si tratta di business e di danari i membri del gruppo “Banana” mettono da parte le frizioni e lavorano in sinergia con le altre famiglie di Cassano allo Ionio. Il pentito Celestino Abbruzzese alias “Micetto” identifica il suo gruppo, quello dei “Banana”, come «un’associazione armata, caratterizzata dall’ampia disponibilità di fucili e pistole pronte per essere usate in caso di bisogno o necessità». Gli “Zingari” di Cosenza hanno sempre mantenuto uno stretto legame con la famiglia presente a Cassano allo Ionio. «I “Banana” prendevano una parte della droga dalla famiglia degli Abbruzzese della Sibaritide sino all’anno 2014». I rapporti che intercorrono tra le famiglie Abbruzzese riguardano «tutti i traffici illeciti, dalle estorsioni, alla droga, alle armi».
I rapporti (non sempre idilliaci tra i due clan) sono gestiti dai maggiori esponenti delle famiglie, «per Cosenza i fratelli Lugi e Marco Abbruzzese e per Cassano allo Ionio, Luigi Abbruzzese figlio di Franco Abbruzzese detto “Dentuzzo”». Sono due gruppi distinti che hanno collaborato, prima «sotto banco» ed ora «alla luce del sole». Il legame, come racconta il collaboratore di giustizia Celestino Abbruzzese, è di mutuo soccorso «in caso di contrasto con gli “Italiani”». «In particolare – continua – commettono attività illecite che consistono in omicidi, traffico di sostanze stupefacenti e traffici di armi». In merito a quest’ultimo punto, il pentito svela un importante dettaglio: «Non so riferire di altri episodi di forniture di armi, però so che gli Abbruzzese di Cosenza le armi le ricevono dagli Abbruzzese di Cassano, ogni volta che ce n’è bisogno. Dico questo perché il gruppo di Cosenza, al momento in cui, nel 2013 sono fuoriuscito dall’associazione, avevano solamente poche pistole».
Il racconto di Celestino Abbruzzese prosegue: «Voglio precisare che malgrado i rapporti parentali, gli Zingari di Cosenza hanno una bacinella autonoma da quelli di Cassano. Dopo la carcerazione di “Dentuzzo” e quella di mio fratello Antonio Abbruzzese i rapporti di fornitura di stupefacente sono continuati nel senso che noi cosentini abbiamo continuato a prendere eroina dai cassanesi. I rapporti erano tenuti per quanto concerne Cosenza da Maurizio Rango e per quanto concerne i cassanesi dal figlio di Dentuzzo, Luigi Abbruzzese, il quale utilizzava, così come aveva fatto il padre, dei ragazzi per il trasporto dello stupefacente mentre il denaro veniva consegnato a persone diverse». I “Banana” di Cosenza, tuttavia, non interrompono il rapporto e i rifornimenti di sostanze stupefacenti dai clan rosarnesi. «Dopo gli accordi stretti fra Antonio (mio fratello) e “Dentuzzo”, a Cosenza l’eroina arrivava esclusivamente dagli zingari di Cassano e quindi. Non abbiamo mai chiuso il rapporto con le persone di Rosarno da cui potevano continuare a rifornirci allorché lo stupefacente non arrivava da Cassano. Dai cassanesi, noi cosentini prendevamo anche la cocaina sebbene non in modo esclusivo». La droga veniva trasportata con auto e moto.
(f.benincasa@corrierecal.it)
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