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Dalla Calabria a Manchester, storia di un “compà” in cerca di se stesso – VIDEO

L’ultimo lavoro di Rino Garro parte da storie di emigrazione ma non si ferma alla loro superficie. Racconto di una sfida che è (anche) interiore

Pubblicato il: 15/01/2023 – 7:48
Dalla Calabria a Manchester, storia di un “compà” in cerca di se stesso – VIDEO

LAMEZIA TERME “Alright compà”, edito da Rubettino, è l’ultimo lavoro di Rino Garro, insegnante calabrese che vive a Firenze. Un titolo che identifica la storia e, certamente, due dei personaggi più significativi del romanzo: «Va tutto bene e, se non è così, deve andare bene lo stesso», uno stile di vita e di pensiero. A conti fatti, è quello che succede al protagonista, “il compà” che, per scelta dell’autore non ha un nome. Originario della Calabria, avvinto dal grigiore della realtà fiorentina, dove non è riuscito ancora a trovare una precisa identità, a partire dal lavoro precario che cadenza i suoi anni, il “compà” decide di partire per l’Inghilterra, nei dintorni di Manchester, per trovare Mario, vecchio amico e proprietario di un ristorante italiano. Un viaggio che non ha uno scopo preciso ma che sarà decisivo per ritrovare se stesso ed assumere quelle scelte che consentiranno l’individuazione di nuovi orizzonti esistenziali.
Pur partendo da storie di emigrazione, il romanzo non ruota su questo argomento: «Intanto perché i due protagonisti, Mario ed “il compà”, non appartengono a quella categoria di persone costrette a partire per riuscire a sopravvivere, ma sono figure che hanno scientemente voluto spostarsi e poi perché i nodi centrali della storia sono decisamente più articolati». Un tema che evidenzia comunque la peculiarità dei tempi moderni «caratterizzati da una migrazione che ormai riguarda ogni parte del mondo e non solo quelle più arretrate».
La permanenza in Inghilterra sarà più lunga del previsto e porterà all’incontro con Julie, una donna apparentemente insignificante che, invece, crescerà nel corso del racconto fino a diventare centrale, consentendo al “protagonista” di uscire dalle dinamiche interiori per proiettarsi verso nuove sfide, anche sotto il profilo sentimentale. Rino Garro ha costruito una storia centrata molto sulla introspezione dei personaggi, attraverso una riuscita cura dei dialoghi, dentro cui il non detto assume la stessa importanza delle conversazioni esplicite, in particolar modo nel rapporto tra Mario ed il protagonista. Il romanzo rappresenta il primo e riuscito banco di prova dell’autore che proviene dalle esperienze letterarie dei racconti: «È stato quasi naturale per me il superamento della scrittura breve. Un esercizio non semplice ma assolutamente spontaneo». Ben calibrate le atmosfere così come la trama che è adeguatamente organizzata anche se lascia ampio spazio ai tortuosi labirinti mentali dei personaggi. L’epilogo è incerto fino all’ultimo è nient’affatto scontato. La giusta chiosa ad un lavoro che offre numerosi spunti di condivisione e riflessione. 

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