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l’intervista

Piantedosi: «Più polizia negli ospedali e stretta sul tifo violento»

Il ministro al Messaggero: «Baby gang, non solo repressione. Il decreto Ong? Sta funzionando»

Pubblicato il: 15/01/2023 – 11:20
Piantedosi: «Più polizia negli ospedali e stretta sul tifo violento»

Rispetto al blocco dell’A1 «la Polizia sta lavorando per acquisire tutti gli elementi per individuare il maggior numero di responsabili. Ho emanato un decreto di divieto di trasferta per due mesi delle due tifoserie della Roma e del Napoli. In generale, rafforzeremo le valutazioni anche in relazione ai rischi legati agli spostamenti delle varie tifoserie». Così, in una intervista al Messaggero, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Il ministro affronta poi il tema della violenza contro gli operatori sanitari: «Avvieremo un’iniziativa nei prossimi giorni per rafforzare o istituire presidi di polizia a partire dai plessi ospedalieri di maggiore importanza. Partiremo dalla Capitale e poi ci dedicheremo alle altre grandi città».
Parlando di gang giovanili, «occorre operare alla radice dei fenomeni, coinvolgendo anche le istituzioni titolari di più specifiche funzioni in materia di disagio. L’attività di contrasto non può basarsi esclusivamente sulla repressione”. Il ministro affronta anche il tema della malamovida e annuncia “una pianificazione di controlli straordinari. La socializzazione non deve andare a discapito della quiete pubblica e della sicurezza».
Piantedosi affronta poi il caso dei vigili di Roma privi delle password per risalire alle targhe: «Ho condiviso con i sindaci l’opportunità di avviare una riflessione sulla riforma delle polizie locali. Un gruppo di lavoro, a cui parteciperà anche l’Anci, avvierà a breve la propria attività».
Sul caso della ragazza accoltellata a Termini e in generale sulla sicurezza nelle stazioni: «Abbiamo avviato a Roma controlli serrati. Questa iniziativa sarà estesa nell’immediato anche a Milano e Napoli». Sull’immigrazione irregolare: «Si combatte fermando le partenze prima degli sbarchi. Domani sarò in Turchia e a seguire, con Tajani, andremo in Tunisia e in Libia. Vogliamo condividere con questi Paesi un’intensa cooperazione bilaterale e di sostegno operativo per fermare le partenze. Allo stesso tempo vogliamo garantire canali di ingresso regolari. La prima applicazione del nostro Decreto ha fatto registrare da parte delle Ong un comportamento che si è uniformato alle regole. In questi giorni è diminuito il numero delle persone portate da queste organizzazioni senza che questo inficiasse la macchina dei salvataggi».

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