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La decisione

“Divorzio” di Campora da Amantea, referendum “congelato” dal Consiglio di Stato

Accolta l’istanza sollevata dall’amministrazione comunale. Pellegrino: «Avevamo ragione a denunciare l’accelerazione anomala»

Pubblicato il: 16/01/2023 – 9:35
di Roberto De Santo
“Divorzio” di Campora da Amantea, referendum “congelato” dal Consiglio di Stato

AMANTEA Il referendum per la “secessione” di Campora da Amantea e la connessa annessione al territorio di Serra d’Aiello non si terrà più domenica prossima. Lo ha disposto il Consiglio di Stato che ha così accolto l’istanza cautelare del Comune di Amantea rinviando la valutazione di merito al Tribunale amministrativo regionale della Calabria. L’ordinanza, decisa nella camera di consiglio dello scorso 12 gennaio ma pubblicata stamani, dovrà essere eseguita dall’amministrazione comunale.
Si chiude in questo modo il primo round che lo scorso 16 dicembre aveva visto soccombere al Tar Calabria proprio il Comune tirrenico. I giudici amministrativi calabresi, infatti, in quell’occasione avevano respinto il ricorso di sospensiva della consultazione per il “divorzio” di Campora presentato dal Comune di Amantea tramite i legali Andrea Reggio D’Aci e Mariella Tripicchio contro la Regione rappresentata e difesa dall’avvocato Gianclaudio Festa e nei confronti del Comune di Serra d’Aiello, rappresentato da Oreste Morcavallo, e dell’Associazione “Ritorno alle origini di Temesa”, difesa da Giovanni Spataro.
Ora viceversa una prima vittoria sul campo giuridico dell’amministrazione comunale retta dal sindaco Vincenzo Pellegrino.

Le motivazioni

Nelle motivazioni di accoglimento dell’istanza del Comune di Amantea, i giudici del Consiglio di Stato hanno ritenuto inammissibili le richieste viceversa opposte dalla Regione, dal Comune di Serra d’Aiello e dell’associazione “Ritorno alle origini di Temesa”.
Rilevante per il Consiglio di Stato, per accogliere l’istanza di sospensiva invece, gli «atti lesivi dell’interesse del Comune odierno appellante» rappresentati «dalle delibere regionali che hanno avviato la procedura referendaria sulla proposta legislativa di modifica delle circoscrizioni e non invece dalle delibere consiliari del Comune di Serra d’Aiello, cui la Regione non era vincolata a dare seguito». In altre parole nell’ordinanza – vergata come presidente da Paolo Giovanni Nicolò Lotti e come estensore Angela Rotondano – il Consiglio di Stato ha ritenuto eccessiva l’accelerazione impressa dalla Regione per indire la consultazione popolare. Visto che prima si sarebbe potuto attendere il giudizio di merito del Tar. Un passaggio che per i giudici del Consiglio di Stato, con la loro ordinanza resta «impregiudicato».
E nell’ordinanza il Consiglio rafforza questo concetto. Nella stesura si legge infatti che non sussistono «situazioni di urgenza che impongano lo svolgimento del referendum consultivo» «anteriormente alla decisione di merito in cui vanno necessariamente affrontate, per la loro complessità, le questioni poste dai motivi di ricorso».
Questioni complesse, rilevano i giudici del Consiglio di Stato, a partire dall’«individuazione degli elettori interessati (o a contrario di alcuni gruppi di elettori residenti sul territorio dei Comuni interessati privi di un interesse qualificato, secondo l’ordito normativo)».
E sul punto sono ancora più categorici. «Rilevato, infatti – scrivono – che tale ultima questione non può prescindere da una lettura costituzionalmente orientata e, pertanto, dalla compiuta valutazione nel merito degli articolati profili di censura, concernenti la carenza, l’inadeguatezza e l’irragionevolezza della motivazione nonché il difetto di una approfondita istruttoria che vizierebbero gli atti impugnati, alla luce dei parametri e criteri indicati dalla disciplina di legge in subiecta materia e per quanto in particolare attiene all’aspetto concernente l’attuale assetto urbanistico, la dotazione infrastrutturale dei territori comunali interessati dalla modifica proposta e il rispetto del limite minimo di popolazione del Comune appellante, come eventualmente risultante dalla detta modifica».
Da qui la necessità ravvisata dal Consiglio di Stato che le questioni siano «meritevoli di adeguata considerazione e approfondimento nella sede propria di merito».
Dunque referendum di domenica prossima per il momento sospeso e la decisione sul futuro eventuale “divorzio” di Campora da Amantea rinviata al Tar Calabria che dovrà, appunto esprimersi sul merito delle questioni «complesse» sollevate dal Comune di Amantea sull’intero iter adottato per procedere al referendum consultivo.

Pellegrino: «Avevamo ragione a denunciare l’accelerazione anomala impressa dalla Regione»

«Questa decisione adottata dal Consiglio di Stato conferma che le nostre motivazioni non erano affatto infondate». È il primo commento che il sindaco Vincenzo Pellegrino ha rilasciato al Corriere della Calabria che aggiunge: «avevamo considerato “anomala” l’accelerazione impressa dalla Regione per avviare una consultazione referendaria decisamente delicata sotto vari aspetti».
«Noi chiedevamo – afferma ancora Pellegrino – la sospensione in attesa che fosse il Tar a valutare il merito di quei delicati aspetti. Ora saranno proprio i giudici amministrativi calabresi a valutarli e noi siamo fiduciosi e nel contempo rispettosi delle decisioni che saranno in quella sede adottate». (r.desanto@corrierecal.it)

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