AMANTEA «Il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare del Comune di Amantea.
Al netto di quella che sarà la pronuncia nel merito da parte del TAR, l’ordinanza conferma che i dubbi e i rilievi che abbiamo portato nell’ambito del dibattito sulla possibile secessione di Campora erano appropriati, a partire dai risvolti riguardanti l’assetto urbanistico e infrastrutturale». Lo riporta il direttivo e esecutivo del Circolo “Moro-Berlinguer” Pd Amantea che aggiunge: «D’altronde, a riguardo, l’interesse legittimo è talmente palese da rendere incomprensibile come sinora sia stato ignorato e mortificato».
«Viene sfatato un altro mito – affermano -. Quello della delibera di consiglio di un comune che unilateralmente potrebbe “attivare” la procedura di acquisizione di una considerevole porzione di altro comune con annesse infrastrutture a patrimonio dell’ente cedente!
È il Consiglio regionale il protagonista in negativo di questa vicenda, che nella seduta del 6 giugno 2022 (con gran fretta) ha approvato un provvedimento corredato da una relazione inverosimile e riportante presunte diversità etniche e vernacolari tra Camporesi e Amanteani già divisi dal promontorio di Coreca»
«Il 10 aprile dello scorso anno – sostengono – per primi abbiamo parlato di legge farlocca. Ne eravamo convinti ieri e ne siamo ancora più convinti oggi. Adesso c’è da attendere la pronuncia nel merito da parte del TAR. Ma, soprattutto, c’è da rimboccarsi le maniche. Tra le tante, infatti, i consiglieri regionali (chi ha confezionato il “pacco” e chi ha votato a favore) hanno la responsabilità di aver teso una mano a chi tentava di esasperare un sentimento di separazione, puntando alla lacerazione del senso comunitario. Irresponsabili!»
«Noi riteniamo che Amantea tutta – affermano ancora i dem – sia in una situazione di sofferenza da troppi anni, che da taluni sia stata considerata solo preda per consensi e che le mani tese per affrontare i problemi reali siano state poche. Proponiamo di mettere a sistema questo disagio e di chiamare a responsabilità il Consiglio regionale, la Giunta e il Presidente. Con questo spirito riteniamo utile sederci tutti insieme, a partire da coloro i quali hanno investito aspettative nel Progetto Temesa, al necessario tavolo del dialogo e del confronto per fare massa critica e lavorare con spirito comunitario al rilancio dell’intero Comprensorio».
«In tal senso, proponiamo di chiedere insieme che gli atti necessari all’evoluzione del Poliambulatorio in Casa di comunità – concludono – vengano predisposti con la medesima solerzia utilizzata per approvare in Consiglio regionale la proposta scissionista di Giuseppe Graziano. Ne va della dignità sanitaria e socio-assistenziale di tutto il territorio. Avanziamo insieme richieste di maggiori attenzioni in termini di investimenti per il rilancio infrastrutturale e per valorizzare storia, cultura, commercio e imprese. La forza dell’unità è più proficua di qualsivoglia divisione».
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