CITTÀ DEL VATICANO Papa Francesco, nel corso dell’udienza odierna al cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, ha autorizzato la promulgazione dei Decreti riguardanti il riconoscimento delle “virtù eroiche” di sei Servi di Dio, che così diventano “venerabili”. Si tratta di Miguel Costa y Llobera (1854-1922), spagnolo, canonico della Cattedrale di Maiorca; Gaetano Francesco Mauro (1888-1969), calabrese, sacerdote diocesano, fondatore della Congregazione dei Pii Operai Catechisti Rurali; Giovanni Barra (1914-1975), piemontese, sacerdote diocesano; Vicente López de Uralde Lazcano (1894-1990), spagnolo, sacerdote professo della Compagnia di Maria; Maria Margherita Diomira del Verbo Incarnato (alias Maria Allegri, 1651-1677), toscana, religiosa professa della Congregazione delle Stabilite nella Carità del Buon Pastore; e Bertilla Antoniazzi (1944-1964), veneta, fedele laica.
Il calabrese Gaetano Francesco Mauro, fondatore nel 1928 della Congregazione dei Pii Operai Catechisti Rurali, fu invece sacerdote diocesano e visse tra la fine del 19mo e l’inizio del 20mo secolo. Negli anni della Prima Guerra Mondiale – si legge su Vatican News – fu cappellano militare in Friuli e, catturato, trascorse un periodo di prigionia in vari campi di concentramento austriaci, dove si ammalò di tubercolosi. Rientrato in Calabria si dedicò ad alleviare con opere di evangelizzazione e promozione umana la miseria, l’ingiustizia e l’ignoranza religiosa dei contadini, dando vita nel 1925 all’Associazione Religiosa degli Oratori Rurali (A.R.D.O.R.), per l’insegnamento della dottrina cristiana nelle campagne, la cui sede stabilì presso l’ex convento di San Francesco di Paola a Montalto Uffugo che qualche anno prima aveva restaurato. Nel 1943 la Santa Sede decise di accorpare alla giovane Congregazione dei Catechisti Rurali quella dei Pii Operai, fondata da Carlo Carafa nel 1602: nacquero così i Pii Operai Catechisti Rurali che dopo la Seconda Guerra Mondiale intensificò l’opera missionaria nelle zone rurali della Calabria e di cui il Servo di Dio nel 1956 fu nominato Superiore generale. Nei suoi diari racconta la “notte oscura”, una forma di depressione, vissuta sempre saldo nella fede e con speranza: una prova spirituale che lo accompagnò fino agli ultimi giorni.
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