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“Krimata”

Le “cartiere” dei clan, indagine partita dalla ristrutturazione di Villa Giose a Crotone

Nell’inchiesta della Dda di Catanzaro sulle presunte frodi il gip esclude l’aggravante mafiosa per cinque degli indagati nell’operazione

Pubblicato il: 19/01/2023 – 15:22
Le “cartiere” dei clan, indagine partita dalla ristrutturazione di Villa Giose a Crotone

CROTONE C’è il gruppo imprenditoriale Marrelli al centro dell’inchiesta svolta dalla Guardia di finanza di Crotone su delega della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro che ha indagato sull’ipotesi di un sistema di riciclaggio e frode fiscale realizzato attraverso aziende cartiere. L’operazione ha portato a eseguire sei misure cautelari: una in carcere e riguarda Mario Esposito, di 69 anni di Isola Capo Rizzuto, accusato di associazione mafiosa, associazione a delinquere per la frode, estorsione e usura; ai domiciliari è stato posto Lorenzo Marrelli (50) di Crotone, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di frode e per il quale il gip ha applicato l’interdittiva a esercitare attività di impresa; l’obbligo di dimora è stato disposto ad Antonio Franco (47) di Isola Capo Rizzuto e ad Antonio Costantino (41) di Isola Capo Rizzuto, mentre per i commercialisti Francesco Quattromani (52) di Crotone, e Andrea Valenti (40) di Crotone, è stato disposto il divieto a svolgere l’attività professionale.
L’indagine è partita dai lavori di ristrutturazione della ex clinica Villa Giose, poi divenuta Marrelli Hospital, e ha rivelato l’esistenza di un’associazione finalizzata a commettere reati tributari attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un valore di oltre cinque milioni di euro che hanno prodotto un risparmio d’imposta pari a circa due milioni di euro.

La Iuledil utilizzata per frode e riciclaggio

Tra le società coinvolte nel meccanismo c’è la Iuledil, amministrata da Mario Esposito, che, secondo le indagini, avvalorate anche da dichiarazioni di collaboratori di giustizia, sarebbe un sodale della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto. La frode ed il riciclaggio sarebbero avvenute utilizzando anche altre aziende edili, i cui titolari sono Antonio Franco e Antonio Costantino, e l’ausilio dei due commercialisti. Le attività illecite sarebbero iniziate già quando era amministratore del gruppo il medico Massimo Marrelli (poi deceduto in un incidente durante lavori edili nella sua tenuta) e proseguite poi da Lorenzo Marrelli che è subentrato nella guida del gruppo che ha interessi nella sanità, nel settore agricolo e in quello dell’editoria tv.
Il gip ha escluso per tutti gli indagati l’aggravante mafiosa prevista dal 416 bis non ritenendo sufficiente la presenza nell’associazione finalizzata alla frode fiscale di Esposito e poiché manca la prova di aver agevolato la cosca: «Le condotte illecite – scrive il gip – risultano poste in essere nell’esclusivo interesse degli autori dei delitti di scopo». (Ansa)

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