VIBO VALENTIA Quattro statue di grande dimensione di uno degli scultori calabresi più noti e apprezzati, Michele Zappino, caratterizzano il percorso artistico-museale dedicato al mito di Ulisse e allestito al Palazzo Gagliardi di Vibo Valentia. Sono tra le opere più suggestive in mostra all’Odissea Museum, la rassegna itinerante unica nel suo genere e dedicata ai segreti di Ulisse tra Magna Graecia e Trinacria.
Visitatori e scolaresche da tutta la Calabria hanno fatto tappa per ammirare il suggestivo evento espositivo promosso dalla Rete Museale Regionale, con la direzione artistica di Sergio Basile, ed in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Vibo.
Nelle sale dell’antico edificio che ospita la mostra, la storia secolare della Calabria si fonde ed identifica con potenza con la trama del poema omerico.
Attraverso le sculture visibili a Palazzo Gagliardi, Zappino – già docente di Scultura e tecniche dì fonderia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e allievo di Francesco Messina – ha messo in pratica la visione classica e tradizionale del fare artistico, specialmente nel costruire figure femminili dalle linee sinuose e dall’aspetto armonico e leggiadro. All’ingresso del museo svetta la figura di Ulisse, l’eroe greco che nel suo cammino incontrerà diversi personaggi femminili che determineranno azioni e decisioni. È il caso di Nausicaa, la giovane figlia del re dei Feaci che, spinta dal consiglio della dea Atena, accoglie il naufrago Ulisse. E ancora Calipso, la ninfa innamorata che dà rifugio a Ulisse quando approda solo sull’isola di Ogigia, dopo essere scampato alle tempeste di Scilla e Cariddi. Non manca l’omaggio a Cassandra, la profetessa di sciagure a cui nessuno crede e che ammonisce i Troiani a non trascinare entro le loro mura il cavallo di legno abbandonato dai Greci. Personaggi leggendari che rivivono grazie all’estro del poliedrico maestro originario di Zungri.
Proprio con l’obiettivo di rinsaldare e rivalutare le origini più nobili della Magna Graecia, l’Odissea Museum affascina gli spettatoti di ogni età nel ricostruire, in chiave originale, tutto il pathos sprigionato dal poema che è riuscito a superare, in ben duemila e ottocento anni di storia, ogni barriera temporale e culturale.
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