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Villa Sant’Anna, lo scandalo delle doppie fatture: sequestro da 20 milioni di euro

Al centro delle indagini il contratto di cessione del credito tra la Villa e la società Opera Spv. Il 29 novembre la condanna per danno erariale

Pubblicato il: 19/01/2023 – 11:10
Villa Sant’Anna, lo scandalo delle doppie fatture: sequestro da 20 milioni di euro

CATANZARO Sequestro conservativo per oltre 20 milioni di euro nei confronti di Villa Sant’Anna spa e del suo amministratore pro-tempore. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro e gli ufficiali giudiziari di Catanzaro hanno dato esecuzione al sequestro conservativo, fino a concorrenza della somma di oltre 20 milioni di euro, emesso dal Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Calabria su richiesta della Procura Regionale della Corte dei Conti, attività coordinata dal Procuratore Regionale Romeo Ermenegildo Palma e dal Vice Procuratore Generale Giovanni Di Pietro, nei confronti della casa di cura di Catanzaro e del relativo amministratore pro tempore, Rosanna Frontera.
La vicenda scaturisce dalle indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro che hanno consentito di disvelare doppi pagamenti che l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro aveva effettuato nei confronti della casa di cura Villa Sant’Anna Spa, come corrispettivo delle medesime prestazioni, con conseguente danno erariale ascrivibile al management della casa di cura privata accreditata con il servizio sanitario nazionale, nonché ai vertici pro tempore dell’azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro.

Il contratto di cessione tra la Villa e Opera Spv srl

In particolare, le indagini svolte dalle Fiamme Gialle avevano fatto emergere la stipula di un contratto di cessione tra la Villa e la società Opera SPV Srl, avente ad oggetto il credito scaturente da alcune fatture emesse dalla casa di cura (per un valore nominale gonfiato) nei confronti dell’Asp di Catanzaro. Dopo la suddetta cessione, Opera SPV Srl aveva eseguito un’operazione di cartolarizzazione del credito acquistato facendosi assegnare, in assenza di adeguata difesa da parte dell’Asp, diversi milioni di euro nell’ambito di 9 procedure esecutive azionate innanzi ai Tribunali di Modena e di Roma. Il procedimento contabile conseguentemente instaurato ha determinato lo scorso 29 novembre la condanna in primo grado di sei persone a risarcire danno erariale pari a oltre 20 milioni di euro, comprensivo della rivalutazione monetaria e degli interessi legali, per aver sottoposto l’Asp di Catanzaro ad azioni esecutive tese al riconoscimento di crediti già soddisfatti.

La sentenza della Corte dei Conti

La sezione giurisdizionale della Corte dei Conti ha condannato, il 29 novembre, la casa di cura “in persona del suo legale rappresentante pro tempore e di Rosanna Frontera, in solido tra loro, al pagamento della somma di euro 17.648.248,04 oltre rivalutazione monetaria secondo gli indici Istat, al soddisfo, in favore dell’Asp di Catanzaro”. I giudici contabili hanno poi ridotto al 50% e condannato in via sussidiaria (dunque soltanto se non sarà possibile recuperare le somme dalla Villa Sant’Anna”) i dirigenti dell’azienda sanitaria provinciale all’epoca dei fatti contestati Michele Chiodo (2.089.939,77 euro);  Giuliana Natalina Colomba Gioffrè (557.297,43 euro);  Mario Catalano (341.022,86 euro); Giuseppe Perri (727.155,35 euro). (redazione@corrierecal.it)

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