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Caselle completate, il centrodestra chiude la transizione post voto ed entra nella “fase 2”

Equilibri numerici confermati, resta la primazia di Forza Italia con Occhiuto. Tante le “spine” nei partiti. E in molti guardano a Calenda

Pubblicato il: 20/01/2023 – 20:05
Caselle completate, il centrodestra chiude la transizione post voto ed entra nella “fase 2”

Chiuse tutte le caselle, occupati tutti i posti a disposizione. Con l’elezione dell’ultima presidenza di commissione per la maggioranza di centrodestra alla Regione si è chiusa la lunga fase di assestamento dopo le Politiche del 25 settembre scorso che hanno ridisegnato la configurazione sia lato esecutivo sia lato legislativo, con l’approdo in Parlamento di due assessori, Tilde Minasi della Lega e Fausto Orsomarso (quest’ultimo anche consigliere) di Fratelli d’Italia, e dei capigruppo di Forza Italia Giovanni Arruzzolo e della Lega Simona Loizzo. Parte, a tutti gli effetti, quella che da più parti ma forse impropriamente è definita la fase 2 della legislatura a guida centrodestra e a guida Roberto Occhiuto. Una fase che in realtà sul piano quantitativo degli equilibri non segna alcuna differenza rispetto a quella nata dopo le Regionali del 2021, nel senso che i partiti della coalizione, almeno i partiti più grossi, hanno confermato il numero delle loro postazioni sia in Giunta sia in Consiglio e nelle relative commissioni. Ma certo la transizione post elettorale non è stata una passeggiata e non è stata indolore, evidenziando però una specificità tutta calabrese: nella nostra regione i rapporti di forza all’interno del centrodestra non riproducono quelli nazionali, perché qui Forza Italia continua a mantenere la leadership, impersonata da Occhiuto, rispetto agli alleati, anche se la corsa di Fratelli d’Italia e di Lega è asimmetrica, perché i meloniani comunque sono in ascesa anche in Calabria a differenza dei salviniani, alle prese con più di un dissidio interno.

Il quadro nella coalizione

E “fotografando” gli assetti nei vari partiti il quadro in effetti si delinea in questo senso, manifestando una Forza Italia comunque granitica, con Occhiuto che, forte anche della sua proiezione e traiettoria nazionale, ha ulteriormente “irrobustito” il suo governatorato (prendendosi anche l’ambitissima delega del turismo), il coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori diventato presidente di una delle commissioni chiave della Camera, quella del Bilancio e l’altro big Francesco Cannizzaro comunque sempre “competitivo” come ha dimostrato portando a casa un po’ di fondi per Reggio grazie alla Finanziaria. Quanto a FdI, che alle Politiche è andata bene ma non bene come in altre regioni, sul piano nazionale può vantare l’unica rappresentante calabrese al governo, la coordinatore regionale Wanda Ferro oggi sottosegretario all’Interno, mentre sul piano regionale ha perso qualcosina non tanto nel “peso” delle deleghe (il lavoro che oggi negus con il neo assessore Giovanni Calabrese è una delega “pesante) quanto nella loro attrattività anche mediatica. La Lega invece sconta un calo inesorabile che ha persino impedito l’elezione del suo leader Salvini in Calabria (il capitano ha dovuto ripiegare su un’altra regione per avere il seggio da parlamentare). In linea generale, comunque, non ci sono stati o particolari sussulti nel centrodestra calabrese nel senso che l’unità della coalizione non è mai venuta meno anche se non sono mancate scollature e fibrillazioni su alcune vicende – il consigliere supplente e la legge sulla ludopatia – che hanno creato qualche strappo tra alcuni consiglieri e lo stesso Occhiuto in asse con il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, ma in una delle ultime sedute lo stesso Occhiuto ha chiuso le sacche di dissenso spendendo parole dolci per la sua maggioranza. Il resto sono schermaglie classiche ma sostanzialmente innocue di fasi politiche post elettorali, come quella che proviene da Fratelli d’Italia, che – dicono i bene informati – si appresterebbe a chiedere a Occhiuto maggiore spazio.

I banchi del centrodestra in Consiglio regionale

Le sacche di malumore

Certo non mancano i malumori che agitano la vita interna dei partiti dopo che il tourbillon delle surroghe e dei rimpiazzi è terminato. Forza Italia registrerebbe i mugugni della consigliere regionale Valeria Fedele, rimasta fuori dai giochi delle presidenze di commissione, e del “rientrato” Domenico Giannetta, “stoppato” nelle proprie velleità dalla ala reggina del partito guidata dallo stesso Cannizzaro. In Fratelli d’Italia si starebbero facendo i conti con il forte malessere del capogruppo Peppe Neri, tagliato fuori sia da una candidatura al parlamento scia dall’ingresso in Giunta da veti essenzialmente interni ai meloniani e dato come sempre più in rotta e comunque distante dal partito. La Lega, infine: il Carroccio calabro, che ha confermato la presidenza dell’Anti-‘ndrangheta andata al rientrante Pietro Molinaro, è sempre più balcanizzato in una guerra di tutti contro tutti, con tante anime che non si parlano e se si parlano litigano, quelle dei parlamentari Domenico Furgiuele, Simona Loizzo e Tilde Minasi e con la figura da battitore libero di Mancuso, che dialoga con più agio con gli alleati invece che con i salviniani. In più, ci sono i vari “cespugli” del centrodestra che sono alla finestra ma con occhio vigile. Le prossime settimane l’attività del Consiglio regionale, ripresa dopo la pausa natalizia ma ancora in formato slow, dovrebbe riaccendersi e ritornare più spedita, anche se il ritmo impresso nel 2022 dagli input riformatori di Occhiuto potrebbe non essere raggiunto. E anche la politica regionale, e quella del centrodestra, potrebbe di pari passo accelerare, mantenendo comunque i riflettori sullo scacchiere nazionale, nel quale tra l’altro si giocheranno alcune partite delicate – le Regionali in Lombardia e Lazio – che potrebbero ridestabilizzare gli equilibri e rimettere in gioco gli assetti anche nei territori. Quello scacchiere nazionale nel quale tra l’altro si sta muovendo il terzo polo targato Carlo Calenda, che nel suo disegno espansionistico – si dice da fonti romane – avrebbe messo nel mirino anche la Calabria, dove potrebbe intercettare adesioni nell’attuale maggioranza regionale che potrebbero incanalare i calendiani in un percorso sinergico con il centrodestra. C’è un trend che a Roma si sta delineando abbastanza chiaramente e che anche in Calabria viene seguito con un certo interesse, e non da pochi. (c. a.)

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