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Arruzzolo: «L’iter per l’autonomia non finirà entro il 2023. E non può penalizzare la Calabria»

Il deputato di Forza Italia: «Non siamo contro a prescindere, ma serve un dibattito approfondito. E trovare convergenze in Parlamento»

Pubblicato il: 21/01/2023 – 9:31
di Emiliano Morrone
Arruzzolo: «L’iter per l’autonomia non finirà entro il 2023. E non può penalizzare la Calabria»

Prosegue sul Corriere della Calabria il dibattito politico sul rapporto tra l’autonomia differenziata e il Servizio sanitario calabrese, cui hanno già partecipato i parlamentari Anna Laura Orrico (M5S), Domenico Furgiuele (Lega) e Nicola Irto (Pd). Oggi sull’argomento interviene il deputato di Forza Italia Giovanni Arruzzolo, eletto nel collegio uninominale di Vibo Valentia e al suo primo mandato dopo una breve esperienza da consigliere regionale della Calabria.
«Non possiamo permettere – esordisce Arruzzolo – che l’autonomia differenziata penalizzi la Calabria. Se siamo contro a prescindere, tuttavia, non potremo mai compiere quei passi in avanti di cui la Calabria ha bisogno e che i calabresi aspettano da troppo tempo. Il discorso sull’autonomia differenziata non può essere semplificato: va affrontato in Parlamento e in profondità. A mio avviso, il relativo iter non si concluderà entro il 2023. Se si corre, non c’è verso, infatti, di approfondirne tutti gli aspetti». «Noi – precisa il deputato di Forza Italia – dobbiamo e vogliamo difendere le ragioni del Sud. Ad esempio, siamo contrari alla ripartizione storica delle risorse, che mortificherebbe i nostri territori e comprimerebbe i diritti dei cittadini. Però va svolto un ampio dibattito, anche per capire se nel concreto la Calabria abbia la possibilità di mettersi al pari delle altre regioni, posto che non possiamo rimanere il fanalino di coda né essere trainati dal resto dell’Italia. Abbiamo intanto un dato: il presidente Roberto Occhiuto – sottolinea Arruzzolo – sta lavorando bene, nonostante le problematiche remote e stratificate che ha la nostra regione. La legislatura regionale è ancora giovane, dobbiamo portare pazienza per vedere gli effetti delle azioni importanti già intraprese».

Teme che l’autonomia differenziata porti a congelare il dibattito sulla modifica dei criteri di ripartizione del Fondo sanitario?
«Non penso che si fermi il dibattito sulla modifica dei criteri di ripartizione del Fondo sanitario. Siamo consapevoli che vanno rivisti. Negli anni, abbiamo visto quanto codesti criteri abbiano penalizzato le regioni del Sud. Anche al riguardo ho fiducia nel presidente Occhiuto, che sa difendere la Calabria. Per anni, egli è stato nella maggioranza di governo, perciò ha stabilito ottimi rapporti personali con tutti, come ha già dimostrato. Nella campagna elettorale per le ultime Regionali, aveva anticipato che si sarebbe battuto per la nomina a commissario alla Sanità, che poi ha ottenuto per merito della sua autorevolezza e della fiducia di cui gode. Oggi con lui abbiamo un’opportunità, che va colta. Occhiuto è uno che sta dentro i processi, conosce le problematiche e quando si siede con un ministro sa subito dove andare a parare. Insomma, abbiamo l’opportunità di ricostruire il sistema sanitario regionale e di farlo funzionare per davvero. Tra l’altro, Occhiuto sta battendo i pugni al “Tavolo Adduce”, non è uno che si arrende, è deciso, vuole operare. Sono certo avrà risultati evidenti».

A proposito dell’autonomia differenziata, la deputata del Movimento 5 Stelle Anna Laura Orrico aveva detto al Corriere della Calabria che «c’è un governo di centrodestra a trazione nordista e la sua rappresentanza del Sud è piuttosto debole». Il senatore del Pd Nicola Irto, invece, ci aveva dichiarato che l’autonomia «non può essere trattata come una cambiale elettorale da estinguere anche in vista delle prossime regionali in Lombardia». Qual è la sua opinione in proposito?
«Il senatore Irto e la deputata Orrico fanno parte di un’area politica contraria al centrodestra. Quindi, se noi apriamo un capitolo sull’autonomia differenziata, che, come detto, va discussa in profondità, loro polemizzano da esponenti dell’opposizione. In quanto alle preoccupazioni espresse da Irto, che in parte sono le mie, un’autonomia differenziata non approfondita né valutata nell’interezza può creare problemi alla Calabria. Ma, a differenza dei colleghi parlamentari Irto e Orrico, io dico che bisogna sedersi e ragionare insieme. Soltanto con il confronto potremmo trarre elementi utili ad aiutare la Calabria. Nemmeno vorrei rispondere alla deputata Orrico, perché i danni che hanno fatto i pentastellati sono visibili. Tra l’altro, alle ultime Politiche hanno ottenuto un grosso risultato sfruttando la disperazione delle persone. Se l’avesse fatto il centrodestra, ci sarebbero state le barricate. Ricordo, poi, che il governo Conte aveva nominato il generale Cotticelli alla guida del Piano di rientro. Intendo significare che i Cinque Stelle sono stati al governo, ma non abbiamo visto alcun passo in avanti rispetto al passato, anzi. Sono però contrario alle polemiche, dovremmo confrontarci sulle cose da fare. Se vogliamo bene alla Calabria, dobbiamo, anche con posizioni diverse, che io rispetto, non perdere di vista il buon senso. Per mia formazione, ho cercato sempre di affrontare e risolvere i problemi, quantomeno di dare l’alternativa». 

L’autonomia differenziata favorirebbe o rallenterebbe la riorganizzazione del Servizio sanitario regionale? 
«Dell’autonomia si deve discutere in Parlamento e lì credo che si troverà il giusto equilibrio, anche per consentire alla Calabria di andare avanti sulla strada intrapresa. Il governo Occhiuto ha dato il via all’ampliamento dell’offerta formativa per gli aspiranti medici. I nostri giovani vanno a studiare Medicina fuori regione e poi restano nelle realtà territoriali in cui hanno conseguito la specializzazione. Insomma, sono state avviate iniziative che consentiranno di migliorare l’assistenza sanitaria in Calabria e contribuiranno a risolvere diversi problemi che ci affliggono da decenni. Senza polemiche, senza andare a cercare i colpevoli del passato, è iniziato un percorso virtuoso che già mostra i primi risultati. Purtroppo, partiamo da una situazione infelice, riguardo alla sanità». 

Lei pensa, dunque, che la sintesi politica sull’autonomia differenziata non possa prescindere dalla considerazione delle azioni avviate dal governo della Regione Calabria?
«Si tratta di fatti a prova di negazionisti. Il presidente Occhiuto aveva promesso di quanificare il debito sanitario ed è stato di parola, ha segnato un punto fermo per ripartire. All’epoca noi sostenemmo Mario Oliverio, malgrado fossimo all’opposizione, nella battaglia per ottenere la gestione del commissariamento della Sanità calabrese. Allora ci furono cinque anni di polemiche e conflitti, senza alcun beneficio per la Calabria. Occhiuto ha invece ottenuto la delega del governo e si è subito rimboccato le maniche. Per esempio, ha recuperato più di 150 milioni del Pnrr per realizzare nuove strutture di assistenza sanitaria, ha ottenuto l’approvazione del Programma operativo di aggiornamento del Piano di rientro e ha creato le basi per aprire altri corsi di laurea in Medicina e Scienze infermieristiche. Anche l’accordo per l’arrivo di medici cubani è stato positivo, benché, purtroppo, accompagnato da polemiche sterili. È una soluzione temporanea per affrontare grosse criticità e assicurare servizi ai cittadini. Non sfugga che per reclutare camici bianchi a tempo indeterminato serve del tempo. Intanto, non si poteva far morire la gente per carenza di medici». 

In questo ragionamento sta auspicando convergenze parlamentari? Pensa che, se ci fossero, l’autonomia differenziata verrebbe definita bene per la Calabria?
«Sì. Sono dell’avviso che, al di là delle appartenenze, si debba lavorare sempre per la Calabria e non per tornaconto elettorale. È il senso dell’appello che lanciai in Consiglio regionale quando mi congedai. Dissi alle opposizioni che avevamo due possibilità: continuare a far passare la Calabria come una Regione zavorra, oppure sostenere, anche con contributi migliorativi, le iniziative avviate dalla maggioranza per recuperare tempo e terreno, per dare risposte ai cittadini e garantire a ciascuno il diritto alla salute». (redazione@corrierecal.it)

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