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«Espulso dalla massoneria per aver denunciato le infiltrazioni della ‘ndrangheta nelle logge»

Amerigo Minnicelli racconta le dinamiche dei rapporti tra “grembiulini” e mafia, tema di nuovo sotto i riflettori dopo l’arresto di Messina Denaro

Pubblicato il: 21/01/2023 – 21:00
«Espulso dalla massoneria per aver denunciato le infiltrazioni della ‘ndrangheta nelle logge»

Amerigo Minnicelli, nipote del tenente garibaldino Luigi a cui è intestata una loggia di Rossano Calabro, è stato espulso dalla massoneria nel 2012 «perché ho denunciato su un sito web le infiltrazioni della ‘ndrangheta nelle logge calabresi».  Il tema dei legami tra la criminalità organizzata e le mafie è emerso con l’arresto di Matteo Messina Denaro anche per il coinvolgimento di un medico massone trapanese, indagato per la latitanza del boss. È  stato stato sospeso dal Grande Oriente d’Italia con un richiamo alla presunzione d’innocenza. «C’è una bella differenza tra l’espulsione e la sospensione – commenta all’AGI Minnicelli che di mestiere fa l’avvocato -. Sono stati numerosi gli iscritti finiti sotto inchiesta per mafia ma nessuno è mai stato espulso e nemmeno processato, come richiederebbero le Costituzioni massoniche. C’è una grande massa di persone sospese che è rimasta nel limbo, non si sa che fine abbiano fatto». Ha un’idea per cui la massoneria sia diventata col tempo sempre più permeabile alle mafie: «Quando mi sono iscritto nel 1991, gli iscritti alla massoneria calabrese erano circa 300 distribuiti in una trentina di logge, ora sono, a quanto so, 3mila in cento logge. La Calabria è diventata determinante per eleggere il Gran Maestro. Da società esoterica è diventata una bocciofila, dove entra chiunque ed è facile perdere il controllo degli iscritti. Così si agevolano i legami con la mafia, gli scambi di voti e di favori. La massoneria gestisce un giro di sette milioni di euro». Secondo Minnicelli, «è impossibile che il medico non sapesse chi fosse Messina Denaro» ed è «strano che questo medico non si sia confidato coi suoi superiori, come accade nella famiglia massonica, su questa sua conoscenza tanto più che l’attuale Gran Maestro è andato in visita proprio a quella loggia». Minnicelli ricorda la sua espulsione: «Il Gran Maestro di allora, Gustavo Raffi, che era un carissimo amico e che avevo votato, mi prese per il grembiulino e mi disse: “Guarda che ti mando a casa”. Io risposi: “Io a casa mia ci sto bene, non so tu”. Feci ricorso contro l’espulsione, la questione è ancora in mano alla giustizia civile. Attendo una sentenza da dieci anni. Ho perso il primo grado, aspetto l’appello. Nel frattempo il mio avvocato è arrivato all’età di 93 anni».  (Agi)

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