«Prima neve poi scirubetta. Bisogna risalire a Lucio Giunio Moderato Columella, scrittore latino di agronomia (sec. 1° d. C.), nativo di Cadice, tribuno militare in Siria e in Cilicia forse nel 36 d. C., nel 41 era a Roma presso la quale, ad Albano (come anche in Etruria), per saperne di più di vino cotto.
La scirubetta arrivò in Calabria con gli Arabi che la chiamavano sherbeth, per corruzione nel corso dei secoli il termine è diventato scirubetta o zurbettu, da cui, successivamente, si è evoluto il termine sorbetto. Essa è considerata l’antenata del gelato, è composta da una manciata di neve pura, quindi appena caduta, trasformata in granelli di ghiaccio, da raccogliere in luoghi incontaminati. Quante volte da bambini ricorderemo di averne raccolta un po’ con le mani e di averla gustata come la cosa più buona del mondo.
Si racconta che un decreto del 1756, “Per lo principe di Cariati, ed altri signori baroni delle Calabrie”, conferiva ai Conduttori delle Neviere della Regia Sila di godere dell’jus prohibendi sulle nevi in tutti i luoghi Regi o Baronali delle due provincie di Calabria per la vendita della neve».
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