REGGIO CALABRIA «Ti giuro che se ho la fortuna mi compro una pistola… Se vengono e mi rompono i co…., e vedo che la cosa veramente è pesante e sbagliano, a uno o due li ammazzo. Ma se non ho la pistola ho i piedi di porco a casa, e se lo prendo in testa ad uno lo ammazzo, poi gli altri quattro mi possono sparare, possono fare quello che voglio, ma ad uno lo ammazzo sicuro». A parlare così, senza sapere di essere intercettato, è Francesco Giorgiò, il principale indagato dell’inchiesta “New Age” in quanto ritenuto il «punto di riferimento – è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare – dell’intera piazza di spaccio di Cittanova». Frasi, intercettate il 23 maggio 2021, che denotano l’insofferenza per i controlli delle forze dell’ordine sul territorio che poi hanno portato all’operazione di stamani dei carabinieri. Sono 18 complessivamente gli indagati della Procura di Palmi nell’inchiesta “New Age” nell’ambito della quale i carabinieri hanno ricostruito una cinquantina di episodi di produzione e spaccio di sostanze stupefacenti sia sul territorio nazionale e all’estero.
Su richiesta del procuratore di Palmi Emanuele Crescenti e del pm Giorgio Panucci, il gip Barbara Borelli ha disposto il carcere per quattro indagati: Francesco Giorgiò (34 anni di Cittanova), Claudio Marzico (46 anni di Cittanova), Mario Martorano (26 anni di Rosarno) e Davide D’Ascola (42 anni di Cittanova). Sono finiti ai domiciliari, invece, Salvatore D’Agostino (33 anni di Cittanova), Francesco Polimeni (34 anni di Cittanova), Francesco Fera (34 anni di Cittanova), Domenico Scarmato (55 anni di Rosarno), Girolamo Galluccio (27 anni di Cittanova) e Domenico Tomarchio (22 anni di Gioia Tauro). Il giudice per le indagini preliminari ha disposto, inoltre, l’obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria per Annibale Franzé (28 anni di Vibo Valentia) e Luigi Barbiglia (27 anni di Cittanova), e il divieto di dimora nel Comune di Cittanova per Andrea Maria Pio Alessi, di 28 anni.
Durante le indagini, i carabinieri hanno eseguito numerosi sequestri di cocaina e, soprattutto, marijuana. Sono state trovate, inoltre, due piantagioni di canapa indiana: una nel solaio della casa di uno dei soggetti arrestati mentre l’altra all’interno di un appartamento occupato abusivamente di un palazzo sito nel centro storico di Cittanova. Secondo gli investigatori del Comando provinciale dell’Arma, gli indagati avevano meticolosamente allestito degli impianti idroponici, completi di sistemi di riscaldamento, ventilazione e illuminazione a lampade UV, destinati alla gestione di varie colture di canapa indiana, differenziate per il potenziale tossicomanigeno. Lo stupefacente, lavorato in dosi, avrebbe permesso agli indagati di ricavare guadagni non inferiori a 50mila euro. (Ansa)
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