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Il conflitto

Via libera dell’Ue, altri 500 milioni di aiuti militari a Kiev

Borrell: «La Germania non bloccherà l’invio di tank da altri Paesi». Tajani: «L’Italia non fa parte del dibattito»

Pubblicato il: 23/01/2023 – 22:54
Via libera dell’Ue, altri 500 milioni di aiuti militari a Kiev

BRUXELLES I 27 ministri degli Esteri dell’Unione Europea riuniti oggi a Bruxelles per il Consiglio affari esteri hanno dato il via libera politico a una nuova tranche di aiuti militari all’Ucraina del valore di 500 milioni nel quadro delle risorse dello European Peace Facility. Lo fa sapere la presidenza di turno svedese.
La decisione formale, sottolineano fonti diplomatiche, sarà invece presa da un prossimo Coreper (il comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue). 
“Il tema dei carri armati è importante ma si deve tenere in considerazione la quantità di aiuti militari che è stata decisa alla riunione di Ramstein”, ha osservato l’Alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell al termine del consiglio Affari Esteri a Bruxelles. “La nota principale che è emersa dalla nostra discussione è che la Germania non bloccherà i Paesi che decidono di inviare i tank”.
L’Ungheria, da parte sua ha annunciato il proprio sostegno alla nuova tranche di aiuti militari a Kiev, dopo che nei giorni scorsi aveva fatto resistenze al via libera.
“Qualsiasi decisione che possa portare al prolungamento della guerra è contraria ai nostri interessi, e quindi non consideriamo giusto o una buona idea aumentare le forniture di armi, ma non blocchiamo l’attuazione della decisione dell’Ue al riguardo”, ha spiegato il ministro ungherese degli Esteri, Péter Szijjártó, a margine del Consiglio affari esteri. Il titolare della diplomazia magiara si è poi soffermato sul decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, spiegando che la proposta in merito della Commissione europea sarebbe “abbastanza avanzata” e “sostenuta dalla maggioranza degli Stati membri”. Szijjártó ha quindi ribadito la contrarietà di Budapest a nuove misure restrittive contro il Cremlino, lamentando il fatto che alla riunione dei ministri degli Esteri Ue “regni lo stesso clima bellicoso dell’anno scorso”.  “Stiamo parlando di spedizioni di armi e sanzioni, non di pace” ha attaccato il ministro, bollando le misure restrittive finora adottate come “un esperimento fallito”, dal momento che non sono riuscite a fermare la guerra russa in Ucraina.
“I Paesi europei che contribuiscono direttamente o indirettamente a inondare l’Ucraina di armi, ne sono responsabili, e a pagare per questo pseudo-sostegno sarà il popolo ucraino”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Interfax, rispondendo a una domanda sulla possibile fornitura di carri armati tedeschi Leopard attraverso Paesi terzi, come la Polonia. Mentre il  il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov ha assicurato chele forze russe “sbricioleranno” tutte le armi e i mezzi militari che i Paesi occidentali forniranno all’Ucraina. “Gli avversari della Russia – ha aggiunto – continuano ad alzare la posta, ma, come abbiamo detto fermamente in numerose occasioni, gli obiettivi dell’operazione militare speciale saranno raggiunti”. Da parte sua il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha detto che “il mondo si avvicina al rischio della Terza Guerra Mondiale di fronte ai preparativi di aggressione contro la Russia”. “L’operazione speciale che si sta compiendo” in Ucraina “è stata una misura forzata ed estrema, una risposta alla preparazione dell’aggressione da parte degli Stati Uniti d’America e dei suoi satelliti. È ovvio che il mondo si è avvicinato alla minaccia di una terza guerra mondiale per quello che è successo”, ha affermato. Gli ha fatto eco il ministro degli esteri, Serghei Lavrov, secondo il quale la guerra tra Russia e l’Occidente “non è più ibrida” ma “quasi reale”.

 Kiev, intanto, continua ad insistere sulla necessità di ricevere carri armati, e anzitutto i moderni Leopard 2 tedeschi. Il capo dell’ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, ha detto che “abbiamo bisogno di diverse centinaia di carri armati, non di 10-20. Il nostro obiettivo sono i confini del 1991 e la punizione del nemico che pagherà per i crimini”.  La Polonia ha annunciato che chiederà alla Germania l’autorizzazione a inviare i Leopard in
Ucraina. Lo ha annunciato il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, dopo che ieri la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock aveva dichiarato che Berlino “non si opporrà” ad una volontà polacca di inviare i tank a Kiev, sottolineando tuttavia che “per il momento” una richiesta di autorizzazione “non era stata posta” da Varsavia, tenuta a fare richiesta ufficiale alla Germania.   Per inviare i carri armati Leopard 2 in Ucraina “vogliamo comunque fondare un coalizione degli Stati, anche se la Germania potrebbe non starci dentro”, ha detto Morawiecki, aggiungendo che la Germania dispone attualmente di 350 unità di Leopard 2  “attivi” e oltre 200 di questi sarebbero nei depositi. “Per questo motivo il Berlino potrebbe veramente aiutare all’Ucraina”, ha incalzato Morawiecki, secondo il quale si tratta di una lotta in difesa della sicurezza e pace in Europa.    Da parte sua, il ministro degli esteri Antonio Tajani ha spiegato che l’Italia “non fa parte del dibattito sull’invio di carri armati in Ucraina”. Parlando a margine del Consiglio affari esteri, Tajani ha sottolineato che “l’Italia ora si è impegnata insieme ai francesi per la consegna di sistemi di difesa anti-missili e il lavoro prosegue in quella direzione”. “Il Consiglio ha confermato l’atteggiamento di sostegno all’Ucraina e l’unità politica dell’Ue e faremo di tutto perché possa difendersi dall’aggressione russa e l’Italia farà la sua parte, fermo restando che l’obiettivo finale è quello della pace evitando però la resa dell’Ucraina”, ha detto Tajani. “La linea è quella di dare una linea coesa da parte dell’Europa perché la divisione fa il gioco della Russia ma poi ci possono essere dei dettagli su cui ci sono differenze”, ha aggiunto.   Intanto, la Bundeswehr ha iniziato il trasferimento dei primi due dei tre squadroni di sistemi missilistici antiaerei Patriot in Polonia. Lo riporta il quotidiano tedesco Welt. Da Gnoien (distretto di Rostock), sono partiti tre convogli con 40 veicoli e 150 soldati, scrive il giornale. I sistemi antiaerei saranno schierati nelle vicinanze della città di Zamość, nel sud-est della Polonia, dove i convogli dovrebbero arrivare mercoledì pomeriggio. Da lì sono circa 60 chilometri fino al confine ucraino e 110 chilometri fino alla città ucraina di Leopoli. Lo scopo del trasferimento, ha spiegato la Bundeswehr, è proteggere lo spazio aereo della Polonia e rafforzare il fianco orientale della Nato. La Germania ha offerto alla Polonia sistemi di difesa aerea Patriot dopo che due uomini sono rimasti uccisi dopo che un missile è caduto in territorio polacco lo scorso novembre.
Nella stessa ottica, I Paesi Bassi invieranno otto caccia F-35 in Polonia alla fine di questo mese, ha dichiarato oggi il ministero della Difesa in una nota citata dalla Cnn. “Nei mesi di febbraio e marzo, quattro aerei da guerra saranno disponibili per la sorveglianza dello spazio aereo della Nato sull’Europa orientale, il cosiddetto Air Policing”, ha affermato il ministero della Difesa olandese. “Gli altri quattro F-35 stanno partecipando a un programma di addestramento con gli alleati, le cosiddette attività di vigilanza. Questi addestramenti aumentano la prontezza della Nato sul fianco orientale e promuovono la cooperazione tra i vari Paesi della Nato”. Il Ministero della Difesa ha dichiarato che gli aerei da guerra saranno in grado di rispondere in pochi minuti per intercettare un velivolo.
La Polonia è un membro della NATO e confina con l’exclave russa di Kaliningrad. Anche i Paesi Bassi hanno intensificato il loro sostegno all’Ucraina, annunciando l’intenzione di unirsi agli Stati Uniti e alla Germania per l’invio di un sistema di difesa missilistica Patriot a Kiev, come ha dichiarato il Primo Ministro olandese Mark Rutte durante un incontro con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden alla Casa Bianca.

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