CATANZARO Secondo, il gip di Catanzaro Sara Mazzotta, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Saverio Sapia, disponendo l’interdizione dall’esercizio pubblico di addetto alla gestione del risparmio per sei mesi nei confronti di Antonio Cavallaro, 64 anni, questi «dopo aver svincolato i 13 buoni fruttiferi per il valore complessivo di 35mila euro, probabilmente facendo leva sul numero cospicuo dei titoli intestati e sull’età avanzata dei due beneficiari, si appropriava di ulteriori 10.272,24 euro, corrispondenti agli ultimi due buoni» falsificando la firma della vittima nella speranza che i due anziani clienti di Poste Italiane «si dimenticassero di essere titolari di questi ultimi due titoli».
Secondo il perito della Procura di Catanzaro, le firme apposte per queste operazioni non appartengono ai due anziani fratelli ma «sono con molta probabilità riconducibili alle mani del signor Antonio Cavallaro».
L’uomo è indagato per il reato di peculato. In sede di interrogatorio di garanzia l’uomo ha affermato di non avere contraffatto la firma dell’intestataria e di non avere mai potuto incassare il denari senza l’avallo del direttore dell’ufficio postale il quale, una volta consegnatogli il buono per l’incasso avrebbe dovuto verificare la liquidità esistente presso gli sportelli e, quindi, autorizzare la riscossione.
Dalle indagini effettuate dai carabinieri è emerso, scrive il gip, che la verifica della disponibilità in concreto, da parte dell’Ufficio Postale, del denaro erogabile al fine di portare all’incasso il buono fruttifero postale è un’operazione che non necessita della presenza fisica del titolare effettivo del buono: pertanto, «il buono fruttifero veniva condotto all’attenzione della dirigente proprio dal solo consulente». Inoltre, in seguito a indagini interne di Poste Italiane, è stato appurato come la titolare del buoni avesse portato all’incasso 13 buoni fruttiferi e non 15 e che le operazioni di rimborso dei due buoni fruttiferi fossero state eseguite per cassa dalla postazione e con la user-id di Cavallaro.
A giugno 2022 Poste Italiane ha sospeso Cavallaro dal servizio e dalla retribuzione per 10 giorni. Secondo il gip sussiste il pericolo attuale e concreto di reiterazione di reati della stessa specie. Il giudice afferma che tale pericolo è desumibile «dalla spiccata propensione all’illecito dell’indagato il quale, abusando del proprio ruolo, ha portato all’incasso due buoni fruttiferi postali di ingente valore con la speranza (evidentemente) di passare inosservato, facendo leva sulla dimenticanza delle persone offese e quali, per età avanzata o per cospicuo numero di titoli posseduti, avrebbero potuto non ricordare di essere proprietari di ulteriori buoni postali non ancora riscossi». Tra l’altro il gip sottolinea come Cavallaro sia «sottoposto a due procedimenti penali per condotte della stessa indole, commessi sempre in qualità di dipendente di Poste Italiane e tutt’ora oggetto di vaglio giudiziario». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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