COSENZA «È inammissibile, inaccettabile. L’intero Mezzogiorno ha “donato” al ricco Nord ben 14 miliardi di euro in 10 anni per migrazione sanitaria, i viaggi della salute per intenderci che poi in gran parte sappiamo bene essere del tutto evitabili in presenza di un razionale sistema sanitario nazionale ben spalmato sull’intero territorio. Questo è un dato drammatico, il dato per eccellenza perché dipinge le vere ragioni dell’impoverimento progressivo e seriale, quindi scientifico, del Sud». Così, in una nota, il presidente di Unimpresa Calabria Giancarlo Greco.
«Per quanto riguarda la Calabria, poi, – continua Giancarlo Greco – la “donazione” è persino da record o quasi perché è la seconda in graduatoria dopo la Campania che ovviamente conta sul triplo dei residenti. La cifra che ha versato la Calabria in 10 anni alle altre Regioni del Nord, Lombardia ed Emilia Romagna in testa, è davvero “monstre”: ben 2,7 miliardi di euro. Una spesa pazzesca che avrebbe potuto incidere e non poco non solo sulla qualità e quantità dei servizi sanitari regionali quanto sull’intero sistema di sviluppo socio economico. Forte, fortissimo il sospetto che in tutti questi anni i commissari ad acta “stranieri” inviati in Calabria non abbiano fatto altro, chissà se solo casualmente, che reiterare e se possibile incrementare questo flusso che poi è un dissanguamento per la Calabria. Non meno di 250 milioni di euro all’anno con punte vicine ai 300 milioni. Trend che non è mai diminuito in questo decennio mantenendo piuttosto sostenuto il sospetto del “progetto industriale” e nazionale finalizzato all’impoverimento della Calabria e del Sud a beneficio delle grandi aree del Nord. Non abbiamo nulla contro le imprese sanitarie private accreditate lombarde o emiliane in grado di fornire servizi sanitari attrattivi ed eccellenti, tutt’altro. Vorremmo però che la leale e funzionale sinergia tra sanità pubblica e sanità privata convenzionata con il sistema pubblico, quindi pubblica ugualmente, fosse consentita anche al Sud e in Calabria – spiega ancora Greco – dove invece in questi anni si è quasi data la “caccia” al privato convenzionato quasi fosse un nemico della società e dell’integrazione sanitaria. Un vero e proprio “delitto” per il territorio, questo continuo atteggiamento assunto dai commissari fin qui. Non tanto e non solo per l’importanza dei servizi sanitari che il privato accreditato può e deve erogare quanto per il livello occupazionale che ne viene appresso. Attualmente in Calabria sono occupati circa 20mila dipendenti nel sistema sanitario privato accreditato, un numero importante in termini di nuclei familiari. E molti di più potrebbero essere se lo stesso privato accreditato non fosse visto come “nemico” dell’integrazione sanitaria regionale perché così è stato fin qui».
«Ecco, chiediamo esattamente questo al nuovo commissario ad acta in Calabria Roberto Occhiuto – conclude Giancarlo Greco –. Invertire la sciagurata tendenza e il progressivo impoverimento della Calabria a vantaggio delle strutture del Nord che spesso e volentieri, e giustamente, sono anche private accreditate. Anche in Calabria si può erogare con razionalità un servizio sanitario integrato di qualità in grado non di cancellare la migrazione ma quantomeno di dimezzarla, di abbatterla. Di renderla sostenibile ed equa. Fin qui ogni commissario ha lavorato per il contrario. Confidiamo che Occhiuto voglia giocare una partita tutta nuova».
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