«Si impegna il presidente della Regione e la Giunta regionale ad assumere ogni iniziativa istituzionale adeguata in sede di Conferenza Stato- Regioni tesa a garantire i percorsi costituzionalmente previsti a partire dalla rigorosa applicazione dell’articolo 119 della Costituzione e, in particolare, in merito alla determinazione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni) prima dell’avvio del processo di autonomia differenziata, a tenere sistematicamente informato il Consiglio regionale sull’andamento del Ddl Autonomia differenziata; monitorare rigorosamente tutte le iniziative che si svilupperanno in materia di Autonomia differenziata tramite la Commissione Riforme del Consiglio regionale». Sono questi gli obiettivi di una mozione dei consiglieri regionali Amalia Bruni (capogruppo del Misto) e Davide Tavernise (M5S).
Bruni e Tavernise anzitutto ricordano che «l’articolo 116, comma 3 della Costituzione stabilisce che “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s) possono essere attribuite ad altre regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all’articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata. L’articolo 119, comma 3, stabilisce che “La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante”. L’articolo 119, comma 5, stabilisce che “Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città Metropolitane. Il ministro per gli affari regionali e le autonomie ha trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri un proprio Ddl in materia di Autonomia differenziata, da cui emergono contenuti assolutamente preoccupanti in materia di competenze tra lo Stato e le Regioni stravolgendo procedure e vincoli definiti costituzionalmente. Tale impostazione – spiegano i due consiglieri regionali – mette a rischio l’unità del sistema paese, aumenta drammaticamente le diseguaglienze territoriali e minaccia, tra l’altro, i diritti essenziali quali sanità, scuola, trasporti e ambiente, nelle regioni più fragili economicamente».
Per Bruni e Tavernise «la Calabria presenta le maggiori fragilità dei sistemi regionali e da tale impostazione ne deriverebbe un definitivo isolamento in materia di diritti civili e sociali garantiti dalla nostra Costituzione. Anche le drammatiche vicende legate alla pandemia hanno confermato la necessità di ridefinire competenze tra lo Stato, le Regioni e il sistema delle Autonomie locali a partire dal Sistema sanitario nazionale con la conseguente necessità di un lavoro di concertazione istituzionale responsabile e condiviso; -non può essere invertito il percorso: prima l’autonomia differenziata e poi la individuazione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni), che vanno definiti e applicati su tutto il territorio nazionale e poi eventualmente procedere con nuove forme di autonomia. È incomprensibile un’ipotesi di autonomia differenziata a costo zero per la finanza pubblica in quanto nei fatti presuppone un ulteriore indebolimento delle regioni in ritardo di sviluppo rispetto alle altre più avanzate. A tutt’oggi – proseguono i capigruppo del Misto e del M5S – nessuno ha quantificato il fabbisogno finanziario necessario per garantire una effettiva applicazione dei Lep su tutto il territorio nazionale. La mancata previsione di spesa pubblica tesa a garantire un’omogenea applicazione dei Lep su tutto il territorio nazionale prefigura, ancora una volta, il ricorso alla spesa storica e di conseguenza una cristallizzazione ed un ulteriore impoverimento dei servizi nelle aree più fragili del paese a partire dal Mezzogiorno». La mozione di Bruni e Tavernise dunque – si legge – «impegna il presidente della Regione e la Giunta regionale ad assumere ogni iniziativa istituzionale adeguata in sede di Conferenza Stato- Regioni tesa a garantire i percorsi costituzionalmente previsti a partire dalla rigorosa applicazione dell’articolo 119 della Costituzione e, in particolare, in merito alla determinazione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni prima dell’avvio del processo di autonomia differenziata, a tenere sistematicamente informato il Consiglio regionale sull’andamento del Ddl Autonomia differenziata; monitorare rigorosamente tutte le iniziative che si svilupperanno in materia di Autonomia differenziata tramite la Commissione Riforme del Consiglio regionale». (redazione@corrierecal.it)
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