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La soffiata su una interdittiva antimafia inguaia due funzionari della Prefettura di Vibo Valentia

Rocco Gramuglia, segretario del prefetto, e Michele La Robina avrebbero fatto «mercimonio della funzione rivestita, piegandola agli interessi di un imprenditore»

Pubblicato il: 26/01/2023 – 17:34
di Fabio Benincasa
La soffiata su una interdittiva antimafia inguaia due funzionari della Prefettura di Vibo Valentia

VIBO VALENTIA Rivelazione di segreti d’ufficio. E’ questa l’accusa mossa nei confronti di Rocco Gramuglia segretario del prefetto di Vibo Valentia e Michele La Robina funzionario della Prefettura (già coinvolto nell’indagine rinascita-Scott), in qualità di pubblici ufficiali, finiti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione della Dda di Catanzaro che vede indagate complessivamente 78 persone.

La presunta soffiata sull’interdittiva

Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero «fatto mercimonio della funzione amministrativa rivestita, asservendola e piegandola agli interessi dell’imprenditore Costantino Trimboli» indagato a piede libero. Secondo l’accusa, Rocco Gramuglia e Michele La Robina (indagato) avrebbero informato l’imprenditore dell’esistenza di «un’istruttoria relativa ad una informativa interdittiva antimafia». Trimboli, «in qualità di titolare di fatto della società F94 Srl, società deputata alla gestione di strutture turistiche adibite al servizio di accoglienza migranti per il tramite dell’associazione “Monteleone Protezione Civile”, accreditata presso l’Utg di Vibo Valentia, provvedeva anche a tutti i servizi di alloggio per gli extracomunitari, in violazione del divieto di cessione totale o parziale di subappalto.». La circostanza sarebbe emersa in una conversazione captata il 3 luglio del 2017, tra La Robina e Gramuglia, nel corso della quale si parla della ricerca di un documento che interessava proprio l’imprenditore e che «investiva una società riconducibile alla moglie dello stesso».

Il documento non si trova

«Eh… io gli avevo detto… all’epoca… ti ricordi?… Che c’era una cosa che era arrivata… che forse non avevo capito chi era., perchè parlava di una figlia femmina – gli ho detto io a lui -no? ma non c’era niente di che… però… ora sono andato a controllare ma… non riuscivo… non riesco a trovarla più!… Ma ti ricordi tu… attinente l’oggetto… qual’era?…», Gramuglia si rivolge a La Robina che risponde: «Si! Era per quanto riguarda le forniture… le forniture di coso… Però era una società a nome della moglie… ed era una società… Che non mi ricordo come si chiama…». Si discute del presunto documento e Gramuglia confessa al suo interlocutore degli scarsi esiti della ricerca: «Non l’ho trovata cazzo, in nessuna maniera…Ma era… il fascicolo ce l’aveva… l’area di Gabinetto era di… o giù gliel’hanno mandato?». L’oggetto della discussione tra i due intercettati, trova riscontro in una nota inviata alla Prefettura di Vibo Valentia dalla Questura vibonese il 10 maggio 2017 «rinvenuta all’interno del fascicolo relativo all’istruttoria della interdittiva antimafia emessa a carico della Cooperativa Sociale “Monteleone Servizi” rappresentata da una donna (non indagata). Nel documento si richiamava, in oggetto, «il tema dei fornitori di un’associazione con sede a Vibo Valentia; si fornivano informazioni sulla società di Costantino Trimboli e venivano illustrate le «pendenze giudiziarie che vedevano la donna esposta sul fronte di possibili contiguità con esponenti della criminalità organizzata reggina».

«Quella cosa poi l’ho trovata»

Dopo i primi tentativi a vuoto, Gramuglia continua nella ricerca del documento perduto fino a rintracciarlo. La conferma arriva dallo stesso indagato che rende edotto La Robina. «Eh…quella cosa là l’ho trovata poi… Si….però voglio vedere…voglio parlare con te prima….hai capito?… per dirgli… che poi ho visto quell’altra pure…della Questura…hai capito?». Emerge dall’intercettazione l’esistenza di un altro documento proveniente dalla Questura. «E’ peggio?» si chiede La Robina e Gramuglia risponde: «Ed è montata…così… un poco…eh…uhm… ho stampato una cosa… tipo due pagine….per fargli vedere …un accenno…quello che avevamo detto noi». Le verifiche degli investigatori avrebbero portato al rinvenimento di una informativa prodotta dalla Divisione Anticrimine della Questura di Vibo Valentia datata 23 maggio 2017 seguita al documento sopracitato ed inviato il 10 maggio dello stesso anno. L’informativa riportava lo stesso oggetto del documento ovvero: “Fornitori Associazione Monteleone Protezione civile, con sede a Vibo Valentia”, e veicolava copia del provvedimento di convalida del sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Reggio Calabria a carico di Z.L. sintomatici della contiguità della moglie del Trimboli agli ambienti della criminalità organizzata reggina».
(f.benincasa@corrierecal.it)

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