LAMEZIA TERME Traffico di influenze illecite. È questa l’accusa che la Dda di Catanzaro muove a Pasquale Anastasi, già dirigente della Regione Calabria, un’autentica “potenza” nei settori del turismo e della Cultura, nell’ambito dell’operazione che oggi ha portato all’arresto di 56 persone. Secondo quanto emerge dagli atti dell’inchiesta, Anastasi avrebbe sfruttato la nutrita rete relazionale intessuta con i vertici dell’apparato amministrativo dell’ente nel corso della sua attività lavorativa, per farsi promettere da Vincenzo Calafati (altro personaggio coinvolto nell’indagine, ndr), quale responsabile Tui per la Calabria nonché quale referente della ‘ndrangheta nel Vibonese «ingenti somme di denaro da elargirsi a mezzo “consulenza” prestata in favore del tour operator Tui e della direzione del Tui Magic Life di Pizzo» quale prezzo per la sua opera di intermediazione illecita nei confronti dei vari apparti regionali finalizzata alla «predisposizione, pubblicazione e successiva selezioni dei vincitori delle procedure di evidenza pubblica già avviate e/o da bandire».
Nell’ordinanza del gip si cita il progetto di un investimento da 26 milioni a Squillace – che avrebbe dovuto fruttare un milione a Calafati e Anastasi – e si parla della programmazione di un “meeting” in Germania con Anastasi che «avrebbe dovuto precedere un successivo incontro che avrebbe interessato direttamente il presidente della Regione Calabria in una logica di più ampio respiro e sempre nell’interesse dell’operatore turistico». È la fine del mese di gennaio del 2017, il meeting ci sarà e quindi in aprile – riscontrano gli investigatori – di ritorno dal meeting «Calafati e Anastasi venivano intercettati in una conversazione nella quale i due definivano la strategia programmatica dell’affare» e parlavano della necessità di accelerare i tempi per la redazione del progetto e di predisporre poi successivamente un bando ad hoc in aderenza al progetto già redatto. «Ho parlato con il presidente, è contentissimo (…) è già pronto il parere di coerenza, aspetta solo il decreto. Definito tutto, tutti gli ho detto» dice Anastasi. In un’altra conversazione, captata nel maggio 2017, Calafati e Anastasi – scrivono gli inquirenti – parlavano della necessità di coinvolgere nell’affare anche l’avvocato Giancarlo Pittelli «soggetto che poteva garantire l’aggancio con le consorterie locali». Sempre a fine maggio 2017 Calafati, parlando on il figlio, spiegava come «avesse ideato di entrare nel progetto di Squillace con una quota del 20% cedendo poi il 10% ad Anastasi, precisando che non si tratta di una richiesta di natura estorsiva (“mazzetta”) ma di un vantaggio che sarebbe stato loro accordato nella definizione dell’affare».
L’inchiesta amplia l’orizzonte anche oltre l’affare Squillace, evidenziando «l’incidenza di Anastasi sulla formazione della volontà e delle determinazioni» dell’ente Regione. Aspetto che emergerebbe in una conversazione captata il 28 marzo 2017 ancora tra Calafati e Anastasi nella quale «si parlava di un bando redatto da Anastasi avente a oggetto servizi turistici». Anastasi conversa con tale Mario (verosimilmente Oliverio) al quale riferiva che «il bando era stato ultimato». «Mario – dice – l’abbiamo finita, tutto ok, vanno bene i 30 giorni, vanno bene i 4 lotti…». Il contenuto di questa conversazione – si legge nell’ordinanza – trova riscontro nel fatto che effettivamente, il 31 marzo 2017, sul sito della Regione Calabria «veniva pubblicato il bando di offerta turistica avente a oggetto fondi per 18 milioni da impiegare per “il miglioramento e la qualificazione dei servizi turistici e dell’offerta ricettiva delle imprese operanti nelle destinazioni turistiche regionali”». Inoltre, che il “Mario” contattato con Anastasi coincidesse proprio con il presidente Oliverio (Oliverio non è indagato, ndr) è stato dimostrato all’evidenza dei tabulati di traffico telefonico acquisto. L’attività tecnica ha consentito infatti di accertare come Anastasi fosse un intermediario accreditato del presidente della Regione e come i suoi interessi personali fossero connessi alla funzione pubblica i promozione turistica che lo stesso esercitava. Anastasi: “quando mi dà tutte le risorse da investire”. Calafati: “lì possiamo camminare e fare quello che vogliamo, ho capito,… è chiaro”».
Le indagini – prosegue l’ordinanza – hanno poi documentato «la mancata riuscita del progetto di Squillace, per cui la coppia degli indagati si concentrava su altra operazione, consistente nell’insediamento della Tui presso il villaggio turistico (ex Club Med) a Pizzo. Che si trattasse proprio dell’operazione legata alla Tui risulta provato dall’esplicito riferimento alla data di apertura (maggio 2019) della struttura. E che “Mario” fosse stato informato dell’evoluzione dell’affare risulta dimostrato dalla partecipazione del governatore Oliverio al meeting tenutosi in Germania in data 11 giugno 2018. Del resto tale partecipazione risulta riscontrata anche da una email, indirizzata alla Tui, che Anastasi rivelava a Calafati di avere già predisposto (“Come da accordi precedenti confermo la mia visita ad Hannover prevista per giorno 11 giugno 2018alle ore 9,30. Sarò accompagnato dal dottor Pasquale Anastasi e dal responsabile Tui per la Calabria Vincenzo Calafati. Attendo conferma definitiva al fine di programmare il luogo e la logistica, con l’auspicio che l’incontro possa produrre esito positivo. Distinti saluti. Il presidente Gerardo Maio Oliverio”)». Una conversazione intercettata il 2 maggio 2018 per gli inquirenti «consentiva di accertare come il viaggio in Germania fosse stato programmato per incentivare l’investimento dei tedeschi e faceva mergere altresì il proposito di Anastasi di veicolare, in qualche modo, l’operato del presidente Oliverio (“e gli dico io come fare, perché lì dobbiamo andare per sentire cosa chiedono per loro e il presidente chiederà investimenti in cambio di tutto questo”)». Infine, gli investigatori annotano che da una conversazione del 12 giugno 2018 tra Anastasi e la moglie «emergeva la capacità del primo di permeare il tessuto istituzionale laddove l’ex dirigente della Regione riferiva alla moglie che il presidente gli aveva confidato che i tempi sarebbero stati maturi per istituire l’agenzia regionale e che peraltro lo stesso gli aveva riferito che voleva che “tutti i bandi venissero modificati da lui”». (redazione@corrierecal.it)
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