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Ospedale di Locri, associazioni e cittadini pronti a manifestare: «Basta con le soluzioni tampone»

«Le richieste sono sempre le stesse da anni, non vediamo programmazione», spiegano i comitati che voglio organizzare una grossa manifestazione

Pubblicato il: 26/01/2023 – 9:11
di Mariateresa Ripolo
Ospedale di Locri, associazioni e cittadini pronti a manifestare: «Basta con le soluzioni tampone»

LOCRI L’intento è quello di organizzare una «grossa manifestazione» per far capire che non hanno «mollato». Per questo cittadini e associazioni si riuniranno per fare il punto sulle azioni da mettere in atto per cercare di ottenere risposte rispetto alla situazione in cui versa l’ospedale di Locri. Il confronto, promosso dal Comitato per la Casa della Salute di Siderno, dal Comitato “Difendiamo l’ospedale di Locri” e dal Corsecom, si terrà domenica mattina nella sala consiliare del Comune di Siderno. Al centro dell’attenzione c’è la carenza di personale, dal quale consegue una riduzione dei servizi, e la carenza dal punto di vista strutturale. Neanche l’arrivo dei sedici medici cubani, chiamati dal presidente della Regione Roberto Occhiuto e impiegati da lunedì scorso nel nosocomio a cui fanno riferimento ben 42 Comuni, viene considerato sufficiente, e anzi viene considerata «una soluzione tampone».

«Le richieste sono sempre le stesse da anni»

«Ma cosa succederà dopo? ». Chiede Bruna Filippone, presidente del Comitato “Difendiamo l’Ospedale di Locri”. «È vero, sono arrivati i sedici medici cubani, però è una soluzione tampone, hanno il contratto di un anno. E poi? Noi non vediamo programmazione». Piante organiche ridotte, blocco delle assunzioni, riduzione dei posti letto, smantellamento dei servizi presenti sul territorio. Questi i temi su cui le associazioni vorrebbero discutere per trovare delle soluzioni. «Le richieste sono sempre le stesse da anni», spiega Filippone, che aggiunge: «Ci rivolgiamo alle varie istituzioni che si dovrebbero occupare della nostra sanità e troviamo dei muri di gomma. Abbiamo quindi deciso di convocare associazioni e cittadini che hanno interesse che qualcosa cambi e cercheremo di capire come meglio muoverci».

Pronti a scendere in piazza. «Non molliamo»

La paura è anche quella che a poco a poco l’ospedale possa perdere pezzi importanti senza che vengano sostituiti, con il rischio che i cittadini siano davvero costretti a spostarsi per ricevere cure e per effettuare visite. «Abbiamo una cardiologia che sta andando allo sfascio. Tra un mese – spiega Filippone – il dottore Spanò andrà in pensione. È l’unico che si interessa dei pacemaker, impiantandoli ed effettuando le visite di controllo. Nessuno è stato chiamato per sostituirlo, quindi da qui a un mese il servizio verrà tolto e i cittadini dovranno rivolgersi ad altre strutture. Anziché vedere una programmazione vediamo spostare le persone ad altre strutture, quindi si va ad incrementare l’altro pubblico o, addirittura, il privato. La sanità comincia ad essere qualcosa per chi se lo può permettere, perché non tutti hanno la possibilità di spostarsi o di rivolgersi ai privati. Questa è un’ingiustizia». «Per il rilancio e la riqualificazione del nostro ospedale e per il riordino della sanità territoriale serve un intervento straordinario», spiegano in una nota i comitati. In programma c’è di organizzare una grossa manifestazione e la speranza è che partecipino in tanti. «I cittadini sono stanchi, ma confidiamo nel fatto che non vogliano arrendersi», rimarca Filippone. (redazione@corrierecal.it)

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