VIBO VALENTIA Due atti incendiari di chiara origine dolosa hanno riacceso i riflettori sull’Alto Tirreno Cosentino. L’escalation criminale preoccupa istituzioni e impone una decisa presa di posizione. Ad intervenire, nelle ultime ore, è la sottosegretaria di Stato all’Interno Wanda Ferro presente a Vibo Valentia ad un incontro dedicato alla rigenerazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Ferro ha manifestato preoccupazione per i recenti episodi e annunciato un impegno concreto per dare risposte ai cittadini. «Ho sentito anche il Prefetto di Cosenza che ha tenuto ieri, un comitato di ordine e sicurezza e credo che sul Cosentino, dove abbiamo tenuto una commissione antimafia nella precedente legislatura, ci siano alcuni aspetti da approfondire». «Chiederemo al Viminale e lo farò ovviamente per nome e per conto dei calabresi – continua la sottosegretaria – la possibilità di un rafforzamento dei commissariati non solo nella fascia tirrenica, ma anche nella zona ionica e nell’area di San Giovanni in Fiore, auspicando che ci possano essere risorse umane ed economiche per potenziare gli organici».
Sui beni confiscati, la sottosegretaria di Stato ha ribadito la presenza di una alta percentuale – circa il 67% – di beni da considerare come delle vere e proprie «scatole vuote, per le quali è stata riscontrata l’assenza di attività, segnate da fatturazioni false, e utilizzate come lavatrice dalla criminalità organizzata». Ma secondo Ferro «un quarto della cifra totale dei beni confiscati va sicuramente messa a reddito, riportata alla legalità». Dagli annunci ai fatti. «Per la prima volta, l’agenzia della quale ho delega e qui rappresentata dal prefetto Corda, ha assegnato direttamente, secondo la legge antimafia del 2017, beni per 260 immobili ad oltre 60 cooperative del sociale», aggiunge la sottosegretaria. Che poi chiosa: «Con l’arresto di Matteo Messina Denaro si è compreso ancor di più come i beni confiscati debbano essere restituiti alla comunità. (f.b.)
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