REGGIO CALABRIA «Nei giorni scorsi è apparsa sulla stampa la notizia di una rivisitazione in corso del progetto di “Ampliamento del Nuovo Ospedale Morelli di Reggio Calabria”. Potrebbe, e forse lo è, essere considerata una buona notizia ma qualche dubbio resta per le ragioni che si cercherà di spiegare». È quanto affermano Rubens Curia e Francesco Costantino di Comunità Competente Calabria che aggiungono: «Risale infatti al 23/12/2015 il D.P.C.M. con il quale la Presidenza del Consiglio del tempo decretava la valutabilità, come iniziativa di elevata utilità sociale, della relativa proposta avanzata dal GOM di Reggio Calabria, il cui valore veniva quantificato in 180 Mln di euro».
«Le successive procedure attivate – affermano Curia e Costantino – a partire dalla stipula del contratto di concessione del suolo di proprietà dell’Agenzia del Demanio da utilizzare per la bisogna, a seguire con la copertura finanziaria garantita dalla Regione Calabria per le attività di indagine e di progettazione, e il successivo svolgimento della gara con l’affidamento al RTI con capogruppo la STEAM srl di Padova, portava alla definizione ed approvazione del Progetto Preliminare. Il progetto approvato veniva subito dopo presentato -si era nella primavera del 2021- a Reggio Calabria alla presenza delle autorità politiche locali e dei vertici aziendali del GOM».
«Il successivo 25/06/2021 la Regione Calabria, individuata nel frattempo come stazione appaltante – raccontano gli esponenti di Comunità Competente Calabria – aggiudicava l’ulteriore gara per il servizio di verifica della progettazione preliminare della STEAm srl e stipulava il relativo contratto con la società ITS Controlli Tecnici spa di Roma aggiudicataria del servizio di verifica. A partire da questa data calava il silenzio sull’iter procedurale in corso fino a quando, nel mese di ottobre del 2022, il Commissario ad Acta Occhiuto dava notizia di un incremento dell’originario investimento INAIL di 180 Mln di euro con ulteriori 90 Mln di euro e di un ulteriore investimento di 13 Mln di euro per la realizzazione della Palazzina Uffici e Foresteria del GOM già contemplata all’interno del complesso di opere del progetto preliminare predisposto dal RTI STEAM srl.».
«Con l’integrazione del 2022 l’investimento che l’INAIL si impegnava ad effettuare – spiegano i due – lievitava complessivamente fino a 283 Mln. di euro recuperando, in parte, verosimilmente, il finanziamento (vedi DPCM 14 settembre 2022) dai Presidi Ospedalieri di Locri ( 33 milioni 397 mila euro) e di Melito P.S ( 40 milioni 198 mila euro). Torniamo ora al dubbio iniziale sulla considerazione da dare alla notizia che annunciava la rivisitazione del progetto del GOM. La realtà ci porta a dubitare che un programma d’investimento dell’anno 2015 potesse essere ancora sostenibile finanziariamente nell’anno 2022 per realizzare le stesse opere inizialmente programmate».
«E se il nostro dubbio fosse giustificato – affermano ancora Curia e Costantino – sarebbe allora più probabile che i fondi aggiuntivi dell’iniziale investimento INAIL per realizzare il nuovo GOM ampliando il Morelli non servivano solo per aggiungere nuovi reparti o per maggiori dotazioni tecnologiche, bensì, soprattutto, a compensare i maggiori costi per i ritardi esecutivi del programma d’investimento. E ciò che è accaduto per moltissime opere dei programmi operativi regionali che nel corso degli anni sono stati predisposti come, ad esempio, per il Nuovo Ospedale di Cosenza che dai 191 milioni e 100 mila euro previsti inizialmente passa a 349 milioni di euro».
«Vorremmo sbagliarci ma, con ragionevole certezza – spiegano – temiamo che il problema dell’incremento dei costi possa interessare molte altre opere tra cui, ma non solo: Il Poliambulatorio di Caulonia ancora non realizzato a fronte di un finanziamento di € 888.715 riconducibile ad una Delibera CIPE del 1998; Le Opere di ristrutturazione e messa a norma dell’Ospedale di Locri ancora non realizzato a fronte di un finanziamento di € 14.460.793 finanziato con la 2° fase attuativa dell’art. 20 della Legge 67/88 nell’anno 2004; Il Nuovo Ospedale della Piana programmato per il superamento dell’emergenza sanitaria in Calabria formalmente dichiarata nel lontano 2007 e non ancora avviato a realizzazione nonostante lo Stato avesse reso disponibili immediatamente 57 Mln di € cui aggiungere le risorse regionali per 9 Mln di € complessivi poi lievitati e integrati da risorse private fino a complessivi 150 Mln di € circa; Il progetto “Rete Regionale Case della Salute finanziato inizialmente con Fondi del POR Calabria FERS 2007/2013 per un importo iniziale di circa 64 Mln di €, successivamente ridotto ad € 48.952.332, per la realizzazione delle Case della Salute di San Marco Argentano, Cariati, Mesoraca, Chiaravalle, Scilla e Siderno nessuna della quali ha mai visto la luce; Il programma di ammodernamento tecnologico finanziato per un importo di € 86.488.636 approvato con DCA n. 183 del 19/12/2019 ai sensi del Decreto Legge n. 35/2019 convertito con Legge n. 60 dello stesso anno per il quale solo recentemente è stata avviata la procedura per l’acquisto, finora, di 6 mammografi a servizio di varie strutture sanitarie calabresi per un impegno di circa 2 milioni di euro».
«Quel che è importante capire è che c’è una patologia del sistema da affrontare – sostengono Curia e Costantino – con una rivoluzione del metodo di lavoro. Nessuno potrà ritenersi assolto se solo si considera che il piano di rientro dal debito accumulato dal sistema sanitario calabrese è stato sicuramente generato da cattiva gestione ordinaria fino all’anno 2010 ma che le stesse gestioni commissariali succedutesi nel corso di più di un decennio successivo hanno solo aggravato anziché risolverla la situazione. Da ogni punto di vista, sia finanziario che sanitario».
«Da dove partire – s’interrogano – dunque per invertire la situazione nell’Edilizia Sanitaria? Innanzitutto dalla presa d’atto che le aziende sanitarie ed ospedaliere non dispongono di strutture tecnico-amministrative in grado di garantire efficacia ed efficienza nel complesso processo che consente di trasformare i finanziamenti disponibili in strutture edilizie in linea con gli standard di accoglienza previsti dalle norme vigenti e in impianti e tecnologie moderne e sicure».
«La soluzione non può essere quella già sperimentata (spesso dannosa) – denunciano i due esponenti di Comunità Competente Calabria – del ricorso a strutture di supporto extraregionale per la gestione delle procedure che portano all’aggiudicazione delle gare ed alla esecuzione delle opere. Basta ricordare, una per tutte, l’esperienza di collaborazione con “Infrastrutture Lombarde spa” al fine di accelerare il processo di realizzazione dei 4 grandi ospedali hub che sarebbero dovuti nascere per affrontare l’emergenza sanitaria in Calabria dichiarato solennemente nell’anno 2007. Né finora ha prodotto risultati esaltanti il convenzionamento con Invitalia».
«Da tempo proponiamo, cosi come abbiamo fatto nel documento che abbiamo consegnato al Presidente Occhiuto nell’incontro avvenuto nel mese di febbraio dello scorso anno – concludono Curia e Costantino – che la Regione si doti di un proprio consistente ed organizzato apparato di gestione di tutti gli investimenti ordinari e straordinari, dalla fase di progettazione fino alla fase di realizzazione dei lavori e di installazione di impianti e tecnologie. Il costo di un simile apparato, reso efficiente, corrisponderebbe ad una frazione ridotta dei danni generati dagli insostenibili ritardi nella utilizzazione degli investimenti».
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