CATANZARO «La giustizia necessita di una riforma, è speriamo sia la volta buona con questo governo. Basta alle intercettazioni come unico o quasi strumento di indagine, basta agli abusi, ai rapporti stretti gip-pm, alle veline giornalistiche create ad hoc. L’Italia rischia così di non essere più uno stato democratico. Ho voluto creare una distanza tra la pm e il gip in questo romanzo perché così dovrebbe essere». Lo ha detto Tiziana Maiolo autrice del giallo “28 Marzo. Il fattaccio di Viale Famagosta” presentato ieri a Catanzaro. Il libro narra le storie di quattro donne: una pm, una giornalista, un avvocato e una donna lesa nella sua dignità. Il tutto si svolge a Milano, negli anni ’90, nel garage di viale Famagosta, vicino a quell’hinterland del sud-ovest noto come uno dei capisaldi della ‘ndrangheta calabrese che fa da sfondo a questo giallo.
Le opinioni dell’autrice sono state condivise anche dagli altri partecipanti alla presentazione del libro e in particolare da Enza Bruno Bossio, Segretario Associazione “Riforma Giustizia per la difesa dello stato di diritto”. «Con l’abuso delle misure cautelari – ha affermato Bruno Bossio – spesso le persone vengono incarcerate senza alcuna prova». Per Chiara Chiaravallotti, magistrato e presidente del Tribunale di Latina «c’è bisogno di tenere maggiormente in considerazione la presunzione di innocenza. Sin dai miei primi anni in magistratura ho notato che più che di processi accusatori, si tratta di processi “indaginocentrici”». Francesca Scopelliti, presidente della “Fondazione Enzo Tortora” ha invece detto che «oggi il giornalismo giudiziario è velinaro, non c’è più il giornalista d’inchiesta e i Pm fanno un uso strumentale della comunicazione. Parlando del libro – ha proseguito Scopelliti -, la solidarietà femminile è un tema a me caro e di cui io stessa sono stata fatta oggetto all’arresto di Enzo Tortora e una delle donne che mi ha sostenuto e aiutato è stata proprio Tiziana Maiolo. Colgo, leggendo, la sua empatia verso ciò che le sta più a cuore». Nel corso dell’evento sono intervenuti anche Maria Teresa Santaguida, giornalista Rai, l’avvocato Antonietta De Nicolò, Enrico Seta, fondatore dell’Associazione “Riforma Giustizia per la difesa dello stato di diritto” nata di fatto proprio ieri, Antonello Talerico e Valerio Murgano.
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