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La tutor dei medici cubani: «Professionisti empatici, ci hanno commossi»

Parla la responsabile del centro linguistico universitario dell’Unical: «Si stanno inserendo molto bene, esperienza positiva»

Pubblicato il: 28/01/2023 – 8:08
La tutor dei medici cubani: «Professionisti empatici, ci hanno commossi»

COSENZA «L’esperienza con i medici cubani, seguiti per il corso intensivo di lingua italiana, è stata molto positiva. Si tratta di professionisti molto empatici, che hanno rapidamente aumentato il loro livello di competenza nella nostra lingua. Già lavorano negli ospedali calabresi e si stanno inserendo molto bene, da quanto ci raccontano. Uno di loro ci ha inviato un messaggio per raccontarci di aver fatto nascere il primo bambino calabrese con un parto d’urgenza, il cui padre, per l’entusiasmo l’ha abbracciato a lungo». Lo racconta all’Adnkronos Salute Carmen Argondizzo, responsabile del centro linguistico universitario cosentino di Arcavata, che ha seguito in Calabria i 51 professionisti provenienti dall’isola caraibica, che per le tre settimane in cui si sono impegnati nelle lezioni di italiano. «Il corso – racconta Argondizzo – è cominciato il 2 di gennaio, a università chiusa. È stata un’esperienza entusiasmante e nuova». I medici cubani avevano già fatto un corso di italiano a Cuba, e «avevano competenze molto di base». Il corso dell’università calabrese «è stato basato sul linguaggio scientifico e medico. Hanno usufruito anche di seminari specifici sull’epidemiologia della Regione e sull’organizzazione dell’assistenza».

I medici cubani all’Unical

Sul piano linguistico «siamo rimasti estremamente soddisfatti. Tutti hanno raggiunto un livello più elevato. Abbiamo notato che hanno migliorato la capacità di comunicazione, anche se sicuramente sono già comunicativi come persone. Anche l’uso sporadico di qualche piccola espressione spagnola non li ostacola». In molti casi «ci hanno commossi – ha aggiunto – perché a chi ha chiesto loro come faranno in caso di difficoltà di comunicazione con i pazienti, hanno sempre risposto che sono arrivati con la voglia di aiutare e con il sorriso perché vogliono stare vicino ai pazienti in difficoltà», ha aggiunto Argondizzo sottolineando che «ci hanno raccontato di essere stati accolti bene dai colleghi italiani, anche perché molti di loro sono stremati dalla stanchezza per la carenza di organico nelle strutture sanitarie. Le informazione che ci arrivano sono confortanti». (Adnkronos Salute)

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