Il vero grave “vulnus” della sanità calabrese. La qualità dell’assistenza a è storicamente la grande emergenza del servizio sanitario regionale, come del resto continua a ripetere anche il presidente della Regione e commissario ad acta Roberto Occhiuto. A testare il grado di insufficienza dei servizi erogati in Calabria è il monitoraggio de Lea, i livelli essenziali di assistenza, e anche i dati contenuti nell’ultimo verbale del Tavolo Adduce, il tavolo interministeriale di verifica dell’andamento del piano di rientro della sanità calabrese certificano, confermandole drammaticamente, le enormi criticità della Calabria, che continua a essere inadempiente, e di molto, rispetto allo standard nazionale. Nel verbale, che cita gli anni 2018-2019 (quelli della sperimentazione del Nuovo Sistema di Garanzia-Nsg) e del 2020 (Informativo), si evidenzia che nell’anno anno 2020, la Regione «consegue un punteggio complessivo insufficiente in tutte e tre le aree di assistenza», vale a dire area Prevenzione, area Distrettuale e Area ospedaliera.
«Per l’area Prevenzione e Distrettuale si rileva anche un peggioramento rispetto al 2019 (sperimentazione); mentre per l’area Ospedaliera, sebbene insufficiente, si rileva un lieve miglioramento rispetto alle annualità precedenti». Nel dettaglio, dalla tabella allegata al verbale del tavolo Adduce, con riferimento alla soglia di 60 che è la soglia di adempienza, la Calabria registra per il 2020 il 32,75 per la Prevenzione, il 48,18 per la Distrettuale e il 48,44 per l’Ospedaliera. In pratica in Calabria poi nessun indicatore nel 2020 raggiunge i valori di riferimento standard a livello nazionale. Qualche esempio per quanto riguarda l’area ospedaliera: per gli interventi per tumore maligno della mammella eseguiti in reparti con volume di attività superiore a 150 (con 10% tolleranza) interventi annui, il punteggio della Calabria è 5,94 mentre l’indicatore standard 22,89, per le colecistectomie laparoscopiche con degenza post-operatoria inferiore a 3 giorni il punteggio della Calabria è 49,73 (laddove l’indicatore è 63,36), per la percentuale di pazienti di età 65+ con diagnosi di frattura del collo del femore operati entro 2 giorni in regime ordinario il punteggio della Calabria è 32,48 mentre l’indicatore è 42,06-32,48, ancora per i parti cesarei primari in maternità di I livello o comunque con <1.000 parti il punteggio della Calabria è zero rispetto all’indicatore standard 39,70, e infine per i parti cesarei primari in maternità di II livello o comunque con ≥ 1.000 parti il punteggio della Calabria è 16,49 rispetto al 33,18 standard.
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