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La vicenda

Caso Cospito, peggiorano le condizioni di salute. Trasferito ad Opera

L’anarchico, da tre mesi in sciopero della fame, si trova a Milano. «È detenuto al 41 bis pur non avendo ucciso nessuno»

Pubblicato il: 30/01/2023 – 14:01
Caso Cospito, peggiorano le condizioni di salute. Trasferito ad Opera

ROMA Scade il 12 febbraio il termine per la risposta del ministro della Giustizia Carlo Nordio all’istanza di revoca del 41bis presentata dalla difesa dell’anarchico Alfredo Cospito, detenuto nel carcere di Sassari e in sciopero della fame da oltre cento giorni. Proprio a causa di questa protesta, cinquantacinquenne, ora rischia la vita.
Visto che le condizioni di salute stanno progressivamente peggiorando. Nel corso del suo sciopero, Cospito ha perso 53 chili. «Quando si perde oltre il 50 per cento del peso corporeo iniziale, intervengono questioni irreversibili. Andando avanti col digiuno si intaccano i muscoli prima, poi gli organi interni e alla fine i muscoli respiratori e il cuore – spiega a La Repubblica la dottoressa Angelica Milia che lo ha in cura -. Consumato l’indice di massa corporea, l’organismo cerca energia anche nel poco grasso che trova nella guaina nervosa dei nervi».
Il “carcere duro” era stato disposto dall’ex ministro Cartabia il 4 maggio 2022 sulla base di presunte connessioni fra «due realtà associative in stretta connessione con Cospito». In caso di mancata risposta da Via Arenula entro i termini, il ricorso sarà considerato respinto. Il difensore di Cospito, Flavio Rossi Albertini, nell’istanza al ministro Nordio, evidenza «fatti nuovi, non sottoposti alla cognizione del Tribunale di Sorveglianza di Roma», che aveva respinto nelle scorse settimane un reclamo della difesa. In particolare si fa riferimento alle motivazioni della sentenza della Corte di Assise di Roma nel processo nato dall’operazione “Byalistok”, «con cui erano stati assolti gli imputati dall’accusa di associazione con finalità di terrorismo» disponendo condanne per altre fattispecie di reati minori.
Per il difensore, le motivazioni della sentenza, depositata il 13 dicembre, ma di cui la difesa «ha avuto contezza nei primi giorni di gennaio», «escludono l’esistenza, presso il centro sociale Bencivenga (a Roma in via Nomentana, ndr), di una cellula presuntivamente ritenuta affiliata alla ‘Fai’ (Federazione anarchica informale) proprio per i legami e i confronti epistolari intrattenuti tra gli imputati e Cospito, nonché che Cospito voglia manipolare la personalità» di uno degli imputati «e/o strumentalizzare il giovane anarchico facendone veicolo all’esterno della propria posizione politica, e assumono una valenza scardinante del requisito della perduranza della compagine associativa di appartenenza di Cospito, proprio nella misura in cui la tesi accusatoria posta a fondamento del procedimento penale de quo costituiva il principale elemento enfatizzato a tal fine nel decreto ministeriale».
Sull’istanza di revoca del 41bis disposto per quattro anni nei confronti dell’anarchico è atteso nei prossimi giorni il parere della Dna (Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo) al ministro della Giustizia Carlo Nordio. A quanto si apprende sul punto si sono svolti incontri che hanno coinvolto anche le autorità giudiziarie che si sono occupate di vicende relative all’anarchico.
Oltre all’istanza di revoca su cui è chiamato a esprimersi il Guardasigilli, il difensore ha presentato un ricorso anche per Cassazione, con udienza fissata in camera di consiglio il 7 marzo, contro l’ordinanza del tribunale di Sorveglianza di Roma, competente per il 41bis.

Il trasferimento a Milano

 La vicenda di Alfredo Cospito è seguita con la massima attenzione dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per il quale «la tutela della salute di ogni detenuto costituisce un’assoluta priorità». Così via Arenula in una nota, nella quale si spiega che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – su espressa indicazione dei medici dell’Asl di Sassari – ha disposto il trasferimento di Alfredo Cospito nella Casa circondariale di Milano Opera. Il detenuto, in sciopero della fame, è arrivato nell’istituto penitenziario lombardo alle 17.45 di oggi. 

Il legale di Adinolfi: «Via il 41 bis a Cospito»

«Se Cospito commette dei reati dal carcere lo processino per quei reati. In ogni caso che sconti la sua pena in modo ‘normale’ senza il 41 bis». Lo dice all’AGI l’avvocato Corrado Pagano, legale di Roberto Adinolfi.
«Da molto tempo» non sente il manager dell’Ansaldo, nel frattempo andato in pensione, gambizzato il 17 maggio del 2012 dall’anarchico Alfredo Cospito in sciopero della fame da oltre 100 giorni nel carcere di Sassari contro il regime di carcere duro.
«Il mio assistito è in silenzio su questa vicenda ormai di molti anni fa – prosegue – e in quanto suo legale rispetto questo suo silenzio e non voglio entrare nel merito della vicenda. In termini generali però ritengo che il 41 bis sia un istituto da abolire».
In relazione a chi dice che Cospito stia ispirando i blitz degli anarchici in suo nome, ripete: «Se commette dei reati dal carcere va processato altrimenti non ha senso parlare di lui come di ispiratore dei blitz e lo lascino scontare in pace la sua condanna». 

L’appello degli intellettuali: «Intervenire prima che sia troppo tardi»

«Alfredo Cospito è un detenuto anarchico in sciopero della fame da più di 100 giorni per protestare contro il 41 bis. Lo accusano di aver commesso una strage più grave di quella di Capaci e via D’Amelio. Lo accusano di un attentato che però non ha causato né morti né feriti. Per questo Alfredo ha iniziato una lotta con il suo corpo, una lotta terribile che lo sta conducendo alla morte, nella totale indifferenza di coloro che dovrebbero e potrebbero intervenire. Chiediamo di intervenire prima che sia troppo tardi». È quanto scrivono in un appello al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, attori, registi e artisti

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