COSENZA Ormai non è più una novità: la comunicazione fa difetto alla proprietà del Cosenza calcio, bersagliata, di recente più che mai, dalle critiche e dalle contestazioni della tifoseria. Sui profili social della società da tempo vengono diffusi messaggi che hanno la capacità di rendere più profonda la spaccatura che si è creata tra le due parti. Dalla diffusione della fotografia sul “codice di condotta” da tenere per chi vuole assistere alle partite casalinghe della squadra, fino alle ultime due maldestre uscite pre e post partita con il Parma: i biglietti delle curve a un euro (decisione resa nota dopo la partecipata manifestazione in centro città in cui si chiedeva al presidente Eugenio Guarascio di farsi da parte) fino all’ultima esternazione pubblica, abbondante di punti esclamativi, con tanto di firma finale del patron lametino: “Tifosi tornate allo stadio! Ce la possiamo fare! La squadra ha bisogno di voi! Contestate Guarascio ma state vicino ai ragazzi! Il Cosenza resta ed è un patrimonio vostro, della città, della provincia!”.
In tanti hanno visto quest’ultimo colpo di teatro come l’ennesima provocazione di un presidente che, nel corso degli anni, non ha mai voluto ascoltare le richieste del proprio popolo, gestendo l’impresa calcio come un affare di famiglia e senza una programmazione adeguata.
Guarascio, nel corso dell’incontro promosso la settimana scorsa dal sindaco di Cosenza Franz Caruso e boicottato dal tifo organizzato, ha dichiarato di non aver mai ricevuto offerte per la cessione della società. Parole, le sue, immediatamente smentite dall’avvocato Francesco Calvelli, presente a Palazzo dei Bruzi in quella giornata. Nel 2021, infatti, una cordata composta da tre gruppi imprenditoriali (“Quattropuntozero” di Luca Di Donna, la famiglia Coscarella e Calabra Maceri) aveva mostrato interesse per l’acquisizione dell’intero pacchetto azionario (ci sono delle e-mail a testimoniarlo) senza però ricevere risposta. Più o meno nello stesso periodo, anche i titolari del gruppo IGreco avevano manifestato, a dire il vero tramite un comunicato stampa che destò qualche perplessità (si parlava di Luciano Moggi – radiato dal calcio italiano – come punto di riferimento del progetto), la loro intenzione di sostituire Guarascio. Proposte, esplicite o meno, che il capo di Ecologia Oggi non ha mai preso in considerazione, lasciando intendere, di conseguenza, di non essere disposto a lasciare ad altri il comando di una nave che, nel tempo, gli ha regalato introiti milionari insperati fino a 12 anni fa quando, da neofita del mondo pallonaro, accettò dall’allora sindaco Mario Occhiuto di guidare la società calcistica locale.
Oggi Guarascio si trova di fronte a un crocevia: continuare a comportarsi da padre padrone di una squadra che non ha più il sostegno della sua gente (gli spalti vuoti del “San Vito-Marulla” sono una pugnalata al cuore che meriterebbe una approfondita riflessione), soddisfare le richieste della tifoseria organizzando in modo credibile e professionale la società e allestendo una squadra dignitosa per un campionato duro come quello di serie B (domani alle 20 si chiude il calciomercato invernale e il Cosenza è ultimo in classifica senza un bomber in grado di tenere in vita le speranze salvezza), oppure farsi da parte una volta per tutte. In molti, soprattutto i più pessimisti, sono pronti a scommettere che la prima via sia l’unica a cui il patron deciderà di affidarsi. Insieme, ovviamente, alla sua fortuna sfacciata che in queste ultime dimenticabili stagioni di serie B, non lo ha mai abbandonato. (redazione@corrierecal.it)
x
x