REGGIO CALABRIA Nell’udienza preliminare davanti al Gup sui brogli elettorali al Comune di Reggio Calabria, i pm Stefano Musolino e Nunzio De Salvo hanno ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per l’ex consigliere comunale del Pd Antonino Castorina e per gli altri imputati che hanno scelto il rito ordinario. Tra questi c’è anche l’ex presidente del Consiglio comunale Demetrio Delfino che risponde, però, solo di un abuso d’ufficio in relazione all’autonomina di Castorina a componente della commissione elettorale.
L’ex consigliere comunale, principale imputato del processo nato da un’inchiesta condotta della Digos da cui è emerso che alle comunali del 2020 avrebbe votato un centinaio di anziani in realtà mai recatisi al seggio. In alcuni casi si trattava di persone addirittura decedute.
Secondo la Procura, i brogli sarebbero stati messi in atto grazie ai duplicati delle tessere elettorali ritirati negli uffici comunali da Castorina e dal suo entourage. L’ex capogruppo Pd è accusato di essere stato «promotore, organizzatore e capo indiscusso» di un’associazione per delinquere finalizzata a «commettere più delitti in materia elettorale». Stando all’impianto accusatorio, infatti, Castorina avrebbe dato «personalmente direttive in ordine al modus operandi da porre in essere per la materiale contraffazione dei registri e delle schede elettorali».
Una versione che, di fatto, è stata confermata in aula da uno degli imputati, la presidente di seggio Giuseppina Facciolo che si è fatta interrogare cercando di difendersi dall’accusa di aver alterato, in concorso morale con Castorina i registri delle liste elettorali. «Conoscevo Castorina – ha affermato l’imputata, – perché me l’ha presentato Salvatore Gioé». In seguito alle domande del pm Musolino si è capito che il riferimento è allo stesso Gioé imputato e condannato in primo grado per mafia a 16 anni di carcere nel processo “Gotha”. «Non so se Gioé si è impegnato anche elettoralmente per Castorina – ha detto – ma so che lo conosceva. Nel momento in cui Gioé mi ha proposto di fare la presidente di seggio mi ha parlato di alcune domande da fare per un lavoro. Mi ha detto che aveva bisogno urgente di presidenti e io sono andata. Non è che sapevo, perché ho fatto la terza media. Mi ha detto che se la sarebbero vista gli scrutatori. Io non ho firmato nulla come presidente nei registri. Se la vedevano tutta gli scrutatori». (Ansa)
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