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Covid, Torti: oggi c’è più ottimismo ma bisogna sempre mantenere alta l’attenzione

Il direttore di Malattie infettive del “Mater Domini”: «Infezione ormai endemica, si tratta di convivere con il virus. Calo d’attenzione sui vaccini»

Pubblicato il: 31/01/2023 – 7:42
Covid, Torti: oggi c’è più ottimismo ma bisogna sempre mantenere alta l’attenzione

CATANZARO «A oggi la visione che si può avere è sicuramente più ottimistica anche se non dobbiamo illuderci che questo virus sia finito e comunque dobbiamo mantenere alta la soglia sulla sorveglianza». A dirlo è stato il professore Carlo Torti, direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive dell’azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” di Catanzaro e coordinatore del progetto NoCOVID@UMG attualmente in corso presso l’Ateneo catanzarese, parlando con i giornalisti in occasione del seminario organizzato dall’Umg sul tema “Varianti e Vaccini”.

«Mantenere la soglia di attenzione»

«Il momento in cui dicevamo che il Sars Cov2 diventerà agente di un’infezione endemica è arrivato, quindi fondamentalmente – ha esordito il professor Torti – si tratta ormai di convivere ormai con questo virus. Queste varianti e sottovarianti di Omicron sono anche poi una famiglia un po’ diversa dal Sars Cov 2 del passato, che spesso determinano co-infezioni anche con il virus dell’influenza e questo ci dà un po’ di preoccupazione. Tante volte uno si fa il Covid 2-3 volte, bisogna anche capire cosa significa questa esposizione continua al virus, ma certo quello che vediamo è che i pazienti ricoverati e nei pazienti che purtroppo muoiono sono pazienti diversi da quelli del passato. Molta di questa protezione contro il virus è chiaramente dovuta alla vaccinazione. C’è comunque da mantenere una soglia di attenzione monitorando le varianti e sottovarianti circolanti per intercettare eventuali problemi il più precocemente possibile. Però – ha proseguito l’infettivologo del “Mater Domini” –  diciamo che a oggi la visione che si può avere è sicuramente più ottimistica anche se non dobbiamo illuderci che questo virus sia finito e comunque dobbiamo mantenere alta la soglia sulla sorveglianza e anche capire meglio come trattare i pazienti diversi che oggi abbiamo nei reparti, capire quale può essere l’impatto del Covid su una eventuale evoluzione di un a patologia internistica di cui spesso purtroppo i pazienti ancora soffrono e spesso muoiono non tanto per il Covid per un aggravamento di queste patologie sottostanti, capire come il Covid e anche diverse sottovarianti possano influire sull’evoluzione di patologie diverse dal Covid». Con riferimento alla situazione al Policlinico “Mater Domini” di Catanzaro il professor Torti ha specificato che «ci sono ancora pazienti ricoverati, gli indici di occupazione sono per fortuna piuttosto bassi, certamente sotto il livello d’allarme. Quello che bisogna fare però è anche capire sia come trattare pazienti che non hanno più il Covid di una volta ma che comunque manifestano dei problemi ma anche tracciare direttrici forse un po’ migliori sulla tipologia dei ricoveri, cioè dove ricoverare questi pazienti. Forse non sempre gli infettivologi, bisognerà forse cominciare creare nei diversi reparti le cosiddette bolle in cui pazienti ricoverati per patologie diverse possano rimanere laddove vi è una competenza per la patologia predominante . Ecco, secondo me – ha sostenuto l’ordinario infettivo logo del “Mater Domini” – questo passaggio organizzativo dev’essere ripensato e attuato in un modo un po’ diverso, e questo anche per lasciare fuori dai reparti di malattie infettive i pazienti che hanno malattie diverse dal Covid, e questo sarebbe un gravissimo errore, “appaltare” la tubercolosi, l’Hiv, non si può. I reparti di malattie infettive dovrebbe ritornare a essere specializzati e più ricettivi nei confronti dei pazienti che non hanno il Covid ma hanno comunque malattie infettive contagiose e trasmissibili».

«Calo d’attenzione sui vaccini»

Per il professor Torti «sui vaccini purtroppo c’è stato un po’ un calo di attenzione anche perché probabilmente si è visto che non è più il Covid di una volta e quindi forse si è un po’ abbassato il livello di guardia. Come dice l’Oms, e come dicevo modestamente anche io tanto tempo fa, la vaccinazione dovrebbe essere come quella dell’influenza, cioè ripetuta annualmente perché il sistema  immunitario è potente, forte, in molti e non  in tutti ma la sua memoria dev’essere rinfrescata. Non si può immaginare che il sistema immunitario abbia una risposta indelebile se non la rinnoviamo almeno annualmente e soprattutto nei pazienti più fragili. La ri-vaccinazione deve diventare un ostacolo alla re-infezione, laddove ci si re-infetta ci si deve anche ri-vaccinarsi». Quanto alla quarta dose «non tutti  i pazienti – ha rilevato il professor Torti – hanno un sistema immunitario così valido, non tutti sono così forti, e quindi certamente la quarta dose può essere utile per ridurre gli effetti di una re-infezione, soprattutto nei pazienti più fragili, ma anche quelli che non solo fragili una volta all’anno dovranno ri-vaccinarsi». (redazione@corrierecal.it)

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