CATANZARO «Il settore delle costruzioni ed il Sud sono centrali nella realizzazione degli obiettivi del Pnrr. Purtroppo alcuni elementi ne stanno significativamente rallentando l’attuazione: il funzionamento della pubblica amministrazione ed il caro materiali». Lo ha detto il presidente di Ance Calabria e del comitato Mezzogiorno dell’associazione nazionale Costruttori Edili Giovan Battista Perciaccante intervenendo a Lecce al convegno “Il Pnrr per il Sud che verrà” insieme, fra gli altri, alla presidente nazionale di Ance Federica Brancaccio ed al ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. Alla tavola rotonda, moderata da Nicola Porro ed alla quale hanno preso parte anche l’Anci e la Regione Puglia, Perciaccante ha sottolineato l’importanza delle misure previste dal Pnrr e le dinamiche di sviluppo che potrebbero essere generate nel Sud e, di conseguenza, nell’intero territorio nazionale. Infatti dei 222 miliardi di euro, 108 mld interessano il comparto delle costruzioni. Di questi ultimi oltre 45 miliardi riguardano il Sud.
«Ai ritardi sul fronte Pnrr si aggiungono quelli accumulati nella spesa dei fondi comunitari. Ne è un esempio il Fesr – ha sottolineato Perciaccante – il cui avanzamento della spesa al 31 ottobre 2022, secondo le elaborazioni Ance sui dati della Ragioneria Nazionale dello Stato, vede la Calabria in coda alla classifica con il 48%, a fronte di una media nazionale del 66%». Rispondendo alle domande del giornalista, il presidente Perciaccante ha avuto modo di sottolineare la partenza lenta che si è registrata nell’attuazione del Pnrr con una spesa realizzata pari a 20,5 mld contro i 33,7 previsti. Il grado di efficienza della P.A., soprattutto nel Sud del Paese, trova collocazione fra gli ultimi posti nella graduatoria europea. Difficoltà che vengono accentuate dalla centralità che il Pnrr affida proprio ai comuni per l’attuazione degli interventi. Cosa quest’ultima di grande rilievo poiché lo sviluppo dal basso è fondamentale per cogliere al meglio le specificità territoriali, ma che si scontra con una burocrazia sempre meno specializzata e sempre più anziana. L’età media nella P.A. è infatti salita a 55 anni ed oltre 1/3, nel Sud, ha più di 60 anni. «È necessario perciò – ha sottolineato il presidente di Ance Calabria e del Comitato Mezzogiorno dell’Ance – puntare sui giovani, formarli ed adeguatamente retribuirli per implementare ed innovare una P.A che da troppi anni non registra turn over. Sarebbe anche un incentivo a trattenere i troppi giovani laureati che vanno via da territori come la Calabria».
Sul versante del caro prezzi per Giovan Battista Perciaccante «non è più rinviabile la necessità di una rimodulazione del Pnrr per poter adeguare le condizioni di appalto dei lavori alle mutate condizioni del mercato. Solo a titolo di esempio: +37,2% l’acciaio, +142,5% l’energia, + 34,3% il bitume, +179,7% il gas. Questi pochi numeri stanno a testimoniare il perché è necessario intervenire, soprattutto per evitare che le gare d’appalto, come sta succedendo, vadano deserte». Luci ed ombre dunque che possono essere dissipate secondo i massimi rappresentanti del sistema nazionale Ance con una nuova e più forte consapevolezza che investire nel Sud significa investire nel futuro del Paese.
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