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Fiammetta Borsellino all’Unical: «La mafia stragista non è finita con l’arresto di Matteo Messina Denaro» – VIDEO

La figlia del giudice assassinato da Cosa Nostra ha preso parte all’inaugurazione del quinto anno accademico del Polo universitario penitenziario

Pubblicato il: 01/02/2023 – 20:42
di Francesco Veltri
Fiammetta Borsellino all’Unical: «La mafia stragista non è finita con l’arresto di Matteo Messina Denaro» – VIDEO

COSENZA Qualche giorno fa, parlando davanti a una platea di studenti a Savignano sul Rubicone, Fiammetta Borsellino aveva definito l’arresto di Matteo Messina Denaro una vittoria amara per la quale non era opportuno festeggiare. Aveva aggiunto che il boss sessantenne che conosce come nessun altro i segreti delle stragi del 1992, «è stato preso a casa sua dopo trent’anni di protezioni». Oggi pomeriggio, la figlia minore del giudice Paolo Borsellino (ucciso nella strage di via D’Amelio a Palermo), a Rende per prendere parte all’inaugurazione del quinto anno accademico del Polo universitario penitenziario (Pup) dell’Università della Calabria, (presidio didattico per chi vive in condizione di privazione della propria libertà) ha ribadito il suo concetto. «Io credo che uno Stato sano – ha detto Fiammetta Borsellino al Corriere della Calabria – che funzioni e dotato come il nostro di servizi di sicurezza e di informazione, sicuramente dovrebbe nei tempi prevenire l’azione criminale di persone che hanno seminato odio, morte e terrore. L’arresto di Matteo Messina Denaro avviene dopo oltre trent’anni di lutti che hanno coinvolto non soltanto la Sicilia. Penso che sia un atto importante, io rispetto il lavoro delle Istituzioni perché sicuramente è fatto con passione, competenza e dedizione ma non posso non mettere in evidenza quelle che sono state e continuano ad essere le criticità del sistema giudiziario italiano. Di fronte al crimine dovrebbero impegnarsi tantissime forze in termini di uomini e di mezzi mentre mi dispiace verificare che molte procure, specialmente quelle che svolgono processi importanti come Capaci e via D’Amelio, vengono trattate come se fossero periferiche. Questo ovviamente ha delle conseguenze sul lavoro quotidiano e sulla ricerca della verità e sul percorso di giustizia. Quindi non mi sento di fare un applaudo a tutto tondo».

«Nonostante tutto continuo a credere nello Stato come ci ha creduto mio padre fino alla fine»

«Non penso che un arresto ha proseguito la figlia di Paolo Borsellino –,  seppure importante come quello di Matteo Messina Denaro, possa determinare la chiusura della pagina stragista della mafia. Questo arresto per me non è un punto di arrivo ma è un punto di partenza perché secondo me i veri successi investigativi in relazione a questo caso riguardano la rete di collegamenti, di persone, di affari che questo latitante criminale ha portato avanti. Mi pare che tutta questa rete di legami e alleanze anche con ambienti non proprio mafiosi non mi pare sia stato svelato anzi, costituisce la parte più importante e difficile di questo lavoro di ricostruzione. Dietro una latitanza ci sono tante altre contiguità e complicità che è necessario svelare. Io spero che gli inquirenti possano far venire a galla queste verità nascoste perché sono stata educata nella fiducia dello Stato nonostante lo stesso Stato a volte a volte ci presenta degli esempi di persone sbagliate. Persone che decidono di tradire i valori per i quali hanno giurato. Ma nonostante tutto e nonostante la vicenda della morte di mio padre e della sua scorta sia legata a delle anomalie che provengono proprio da apparati statali, io continuo ad avere fiducia nello Stato perché nello Stato mio padre ha creduto fino alla fine e fino all’estremo sacrificio della sua vita. Non potrei mai tradire quella che è l’eredità morale che ci ha lasciato».

Rapporti tra ‘ndrangheta, Cosa Nostra e politica

Sui rapporti tra la ‘ndrangheta e Cosa Nostra in cui spesso sono emersi legami con il mondo politico, Fiammetta Borsellino ha sottolineato come da sempre il lavoro di suo padre «soprattutto con quel famoso dossier “mafia-appalti”, prontamente archiviato dopo la sua morte, fosse orientato a svelare questi legami tra la mafia e i poteri forti attenenti al mondo della politica e dell’economia e delle istituzioni. Io nei miei incontri con i ragazzi dico sempre che le mafie non sono forti in quanto tali ma perché cercano all’esterno alleanze e complicità».

«Credo nella possibilità di cambiamento di chi ha percorso la via del male»

L’inaugurazione di oggi dell’anno accademico del Polo universitario penitenziario arriva in un momento in cui in Italia si sta tornando a discutere di 41 bis e delle possibilità di recupero dei detenuti. «Io credo molto nella possibilità di cambiamento – ha evidenziato Fiammetta Borsellino – di chi ha scelto la via del male. Era questa l’idea di giustizia che cercava mio padre mettendo tantissima umanità nel suo lavoro. Un’umanità che è stata all’origine di tantissimi successi investigativi e di tante collaborazioni. Quindi sì, credo nella possibilità di cambiamento e nella capacità che la pena in qualche modo deve stimolare questo cambiamento attraverso azioni concrete come, appunto, la possibilità di dare esempi e opportunità diverse. La cultura, la scuola, lo studio è una di queste possibilità, così come l’apertura degli istituti alle relazioni esterne e allo scambio perché soltanto in questo modo possono verificarsi delle trasformazioni».  

Il rettore Nicola Leone: «42 studenti detenuti iscritti al nostro Polo»

Il rettore Nicola Leone, prima dei saluti istituzionali, ha parlato del Polo universitario penitenziario (Pup) dell’Università della Calabria. «Noi – ha affermato – abbiamo tra i nostri studenti, detenuti non solo calabresi ma di carceri di varie regioni d’Italia. Riteniamo che sia un servizio importante perché l’obiettivo è quello di rieducare e in questo modo noi diamo ai detenuti la possibilità di formarsi e di crescere dal punto di vista culturale, scientifico, sociale e quindi, al termine della detenzione, magari di trovare uno sbocco lavorativo. Il nostro non è un piccolo polo, può vantare già 42 studenti detenuti iscritti ai nostri corsi di studio. Negli ultimi anni è aumentato l’interesse e il sostegno al nostro Polo penitenziario e contiamo di proseguire lungo questa strada».

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