CATANZARO L’ultima casella, sia pure inattesa, è stata chiusa ieri, con la nomina da parte del presidente della Regione Occhiuto del nuovo assessore regionale, l’economista e “grand commis” Marcello Minenna in luogo del dimissionario Mauro Dolce. Finita la fase di transizione determinata dalle Politiche del 25 settembre scorso e dai conseguenti nuovi assetti all’interno della maggioranza di centrodestra, si può dire che adesso parte una seconda, nuova fase, della legislatura regionale in Calabria.
Una Giunta parzialmente rinnovata, con gli innesti di due nomi politici, gli assessori Emma Staine (Lega) in luogo della neo senatrice Tilde Minasi e Giovanni Calabrese (Fratelli d’Italia) in luogo del neo senatore Fausto Orsomarso, e l’ingresso di Minenna quale tecnico e indipendente. Così come parzialmente rinnovato è Consiglio regionale, con le surroghe di Pietro Molinaro della Lega in luogo del neo deputato Simona Loizzo, di Sabrina Mannarino di Fratelli d’Italia in luogo dello stesso Orsomarso, e di Domenico Giannetta di Forza Italia in luogo del neo deputato Giovanni Arruzzolo: a Palazzo Campanella inoltre sono cambiati anche i vertici di due commissioni, con l’azzurra Pasqualina Straface nuovo presidente della Sanità, in luogo di Michele Comito diventato capogruppo di Forza Italia, e con lo stesso Molinaro nei presidente dell’Anti-‘ndrangheta in luogo di Giuseppe Gelardi ora nuovo capogruppo della Lega.
Nel complesso, una sostanziale rivisitazione degli assetti alla Regione che tuttavia sul piano numerico non cambia gli equilibri tra i principali partiti del centrodestra, nel senso che Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega confermano l’iniziale distribuzione degli incarichi. Né la novità politica degli ultimi giorni – vale a dire l’ingresso in Azione, con Carlo Calenda, di due importanti consiglieri regionali della maggioranza, Giuseppe Graziano già capogruppo dell’Udc e Francesco De Nisi già capogruppo di Italia al Centro-Coraggio, sposta qualcosa sul piano politico, almeno non nell’immediato, perché Graziano e De Nisi comunque restano ben saldi all’interno del centrodestra.
Tuttavia, sul piano del “peso” dei singoli alleati, questa nuova fase a livello regionale qualche novità la registra. Non c’è nessun dubbio sull’unità e sulla compattezza della coalizione, ma è anche vero che la transizione post elettorale – osservano vari analisti politici – consegnano e confermano un dato un po’ in controtendenza con quello nazionale, perché in Calabria Forza Italia, grazie alla leadership del governatore Occhiuto, mantiene una evidente primazia e supremazia rispetto agli alleati.
Nella ridistribuzione delle deleghe assessorili, del resto, Occhiuto e gli azzurri hanno sicuramente acquisito qualche freccia in più al loro arco. Inoltre il presidente, con la nomina di un dirigente pubblico dello spessore di Minenna che si aggiunge alla conferma di altre scelte di sua diretta espressione, come i consulenti Agostino Miozzo ed Ettore Figliolia e la permanenza in Calabria di Giuseppe Profiti alla guida di Azienda Zero, rafforza ancora di più le sue già forti relazioni con il livello governativo (del resto Occhiuto prima di essere eletto alla Regione era il capogruppo di Forza Italia alla Camera). Anche nelle designazioni di alcuni commissari di importanti enti strumentali della Regione, come Calabria Lavoro e Arpacal, Forza Italia ha fatto valere la sua “golden share” sulla maggioranza, provocando peraltro la reazione di Fratelli d’Italia, che si è messa di traverso all’elezione del presidente della Commissione regionale pari opportunità, Daniela De Blasio, di area forzista, che ha rinunciato all’incarico a distanza di poche ore da una dura presa di posizione dei meloniani contro i berlusconiani. Uno “strappo” evidente ma chiuso in tempi record, e infatti per gli analisti politici la coalizione di centrodestra in Calabria, a parte fibrillazioni comunque fisiologiche, resta assolutamente granitica. Conclusa questa comunque lunga transizione l’obiettivo adesso, per Occhiuto e il suo schieramento, è quello di ritrovare il ritmo frenetico e lo spirito riformatore che avevano caratterizzato il primo anno della legislatura regionale targata Occhiuto: dall’inizio del 2023 infatti il Consiglio regionale si è riunito solo una volta, essenzialmente per procedere alle surroghe degli eletti al Parlamento, ma ora dovrebbe riprendere l’attività a pieno regime, alla luce dei tanti dossier che il presidente e la sua maggioranza hanno ancora sul tavolo, a partire dall’eterna emergenza sanità. (Agi)
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