Alfredo Cospito va salvato a tutti i costi e lo Stato sta facendo di tutto in questa direzione. Sarebbe anche auspicabile un trattamento obbligatorio pur di mantenerlo in vita. Perché è giusto che uno Stato democratico e liberale tuteli la vita di tutti.
Quello che è meno giusto è la retorica di tanti settori della sinistra che negano l’evidenza. Sbagliato, come fa la sorella, paragonarlo a Stefano Cucchi, che non gambizzava la gente, non organizzava le azioni con i mafiosi e non guidava un gruppo estremo di anarchici contro le istituzioni e che fu vittima di un sopruso inaccettabile. Sbagliato, spiace dirlo, mettere in dubbio il 41 bis, dopo avere conquistato arbitrariamente i galloni di antimafia ufficiale.
Nessuna obiezione va fatta contro chi, legittimamente, come i radicali, combatte per l’abolizione di questa misura, la cui legittimità è stata sancita più volte dalla Consulta.
Molte, invece, vanno fatte al Pd che dimostra , in alcuni suoi settori , di avere ancora una doppia morale.
L’ex ministro Andrea Orlando, peraltro un signore e un parlamentare di livello, dimentica che fu proprio lui a negare a Bernardo Provenzano, ridotto a un vegetale dalla demenza, finanche la possibilità di morire in luogo diverso dal carcere.
Se Cospito, che non è Bobby Sands, può ottenere un declassamento per questa battaglia che porta avanti, altrettanto e più potrebbe reclamare Matteo Messina Denaro, che ha un cancro e metastasi in giro per il corpo.
Diventerebbe allora più trasparente una presa di posizione impopolare ma sincera che contesti la norma voluta da Gozzini il 1986 e resa più forte dopo le stragi siciliane.
Il carcere durissimo nella genesi della filosofia del diritto è certamente una sconfitta ma lo è per tutti: Cospito, attraverso le azioni di terrorismo, non è meno pericoloso di altri criminali .
Intesse rapporti fecondi con i boss, chiede l’abolizione delle restrizioni per tutti , ha una capacità politica eversiva non indifferente.
Purtroppo anche affascinante per segmenti di un mondo paludato e intellettuale che giustificano sempre (lo facevano durante gli anni di piombo) seppure surrettiziamente ciò che avviene nel loro recinto.
Ci fosse stato un Delle Chiaie (ricordiamolo, assolto sempre da tutte le accuse e accusato praticamente di tutto) dietro le sbarre a invocare clemenza per i mafiosi la sinistra sarebbe scesa in piazza.
Il solito, grande equivoco che rende difficile ogni ragionamento. Cospito deve vivere e bisogna fare il possibile, anche oltre, per sottrarlo alla morte. La stessa morte che ha colpito innocenti di ogni estrazione per opera di mafiosi che proprio l’anarchico, oggi, vorrebbe liberare dalla morsa del 41 bis.
*giornalista
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