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L’analisi

Autonomia differenziata, ecco cosa perderebbe la Calabria

La regione ha il maggior saldo pro capite per residuo passivo: +3.085. Senza quel meccanismo a rischio i trasferimenti

Pubblicato il: 04/02/2023 – 12:47
Autonomia differenziata, ecco cosa perderebbe la Calabria

CATANZARO È la Calabria la regione in Italia che finora ha maggiormente beneficiato del sistema di “devoluzione” previsto dal meccanismo del residuo fiscale. Si tratta del rapporto dare-avere tra lo Stato e le Regioni in termini di tributi versati e trasferimenti. Stando alle analisi della Cgia di Mestre, la Calabria ha registrato nel 2019 (anno preso in esame dalla ricerca) un saldo pro capite positivo pari a +3.085 euro. Una somma che pone, appunto la regione, al primo posto in assoluto in quel rapporto. Seguita da altre regioni meridionali come la Sicilia (+2.989 euro), la Puglia (+2.440 euro) e la Campania (+1.380 euro).
Stando alle analisi elaborate dall’associazione degli artigiani di Mestre, su dati della Banca d’Italia nello studio del 2020 “L’economia delle regioni italiane. Dinamiche recenti e aspetti strutturali”, dunque sarebbe il Meridione a ricevere maggiori risorse dal centro rispetto a quanto versato. E viceversa la gran parte delle regioni del Nord presentino un valore negativo. In altri termini, “devolvono” in solidarietà agli altri territori e al bilancio pubblico più di quanto ricevono dal centro.
Stando al report, ciascun abitante di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia – vale a dire le Regioni che hanno già firmato un patto con l’Esecutivo per ottenere l’autonomia differenziata – ha “alimentato” le casse pubbliche e il resto del Paese rispettivamente con 2.680 euro, 2.811 euro e 5.090 euro. Le regioni del Sud presentano, invece, un risultato positivo; essendo maggiormente in difficoltà economica rispetto al resto del Paese, i flussi finanziari che ricevono sono superiori alle risorse economiche che “versano” allo Stato centrale.
Un meccanismo che sarebbe dunque alla base della “rivendicazione” di quelle regioni sfociate nel referendum che ha avviato l’inter della riforma Calderoli votata nei giorni scorsi dal Governo Meloni. Senza quel meccanismo finora previsto, si mettono ora a rischio i trasferimenti verso le regioni più fragili.
Un’analisi quella della Cgia che, in questo senso, non tiene conto della debolezza del Mezzogiorno e della Calabria in particolare. Regioni sfiancate da decenni di politiche poco attente a creare le condizioni di sviluppo reale sui territorio e a frenare l’esodo soprattutto delle generazioni più giovani e più preparate.

Cgia: «Residuo fiscale alla base dell’autonomia differenziata»

«L’esistenza di un residuo fiscale eccessivamente negativo costituisce una delle motivazioni alla base della richiesta di autonomia differenziata delle tre amministrazioni regionali. Anche se con sfaccettature diverse, tutte, comunque, in linea di principio sono consapevoli che il centralismo statale abbia accentuato le disparità tra i territori». Lo scrive a chiare lettere la Cgia. E per l’associazione degli artigiani di Mestre: «nel rispetto di quanto è previsto dalla Costituzione italiana, i territori che chiedono di gestire in autonomia nuove funzioni e competenze devono essere messi nelle condizioni di farlo». (rds)

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