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LA CHIESA IN CAMMINO

Cosenza accoglie il nuovo vescovo. L’insediamento ufficiale di monsignor Checchinato – FOTO e VIDEO

In un clima di festa e di gioia il presule ha incontrato le autorità del territorio e i giovani, ai quali ha detto di «non smettere mai di sognare»

Pubblicato il: 04/02/2023 – 15:42
di Fabio Benincasa
Cosenza accoglie il nuovo vescovo. L’insediamento ufficiale di monsignor Checchinato – FOTO e VIDEO

COSENZA Il settenario della Madonna del Pilerio, Patrona della città di Cosenza, coincide con l’arrivo del nuovo arcivescovo di Cosenza-Bisignano monsignor Giovanni Checchinato. Il presule è stato indicato da Papa Francesco per guidare la Chiesa cosentina dopo la scomparsa di monsignor Francesco Nolè. Originario di Latina, ha lasciato San Severo nel Foggiano per giungere in Calabria. Monsignor Checchinato ha frequentato il Pontificio Collegio Leoniano di Anagni e l’Accademia Alfonsiana di Roma. Il 13 gennaio 2017 è stato nominato Vescovo di San Severo ed ha ricevuto la consacrazione episcopale il 23 aprile successivo. E’ Membro della Commissione Episcopale per le Migrazioni.

L’ingresso nella diocesi cosentina

Oggi in un clima di grande entusiasmo monsignor Checchinato, accompagnato dai fedeli della sua parrocchia di provenienza, San Severo, ha fatto il suo ingresso ufficiale nella diocesi cosentina anticipato da un gesto di grande impatto: la visita con una commossa preghiera alla tomba di monsignor Nolè, a cui ha affidato il futuro della diocesi cosentina. Poi per monsignor Checchinato una serie di incontri: il primo nell’auditorium “Guarasci” del liceo Telesio accolto dai giovani, coordinati dal Servizio di Pastorale Giovanile. «Grazie per questa meravigliosa accoglienza, a voi giovani chiedo di non smettere di sognare. Non posso farcela da solo, ho bisogno di voi», ha detto il nuovo arcivescovo di Cosenza rivolgendosi alla foltissima platea festante. Il secondo incontro nel Salone degli Specchi della Provincia per ricevere il saluto del prefetto, Vittoria Ciaramella, del sindaco, Franz Caruso, della presidente della Provincia, Rosaria Succurro, dei sindaci dei comuni ricadenti nel territorio dell’Arcidiocesi. Qui monsignor Checchinato ha detto: «I giovani si sentono incompresi, abbandonati, soli ma loro sono il presente e il futuro della nostra società. Nuove strategie di azione saranno più concrete se miglioreranno la vita dei giovani e l’esistenza di ognuno di noi».

la celebrazione in Cattedrale e l’omelia

Successivamente Monsignor Checchinato ha presieduto la celebrazione eucaristica per l’inizio del ministero nella Cattedrale di Cosenza con i confratelli Vescovi, Presbiteri e con i fedeli laici. Presenti anche i delegati fraterni delle comunità cristiane e delle religioni. eccoil testo integrale della sua omelia. «La Parola di Dio, contenuta nelle Scritture, è un dono sempre nuovo che il Signore ci fa, soprattutto quando questa Parola è proclamata solennemente nella Liturgia. E questa parola non smette di provocarci, di illuminare il nostro cammino e la nostra storia, di essere “creatrice” di una storia nuova, quella del Regno di Dio che avanza, come ci ricorda Gesù in una delle sue parabole: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa.” (Mc 4,26-27) È una Parola che non ha paura di contaminarsi con la terra, anzi, sceglie di farsi nascondere dalla terra per produrre lo stelo perché “la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga” (Mc 4,28). Ed è così che questa Parola anche oggi ci viene incontro nella nostra storia, nel nostro celebrare l’inizio di un servizio alla Chiesa di Dio che è in Cosenza – Bisignano, offrendoci alcune traiettorie di un progetto che ha come obiettivo la ricerca e la crescita del Regno di Dio. La prima traiettoria è la nostra vocazione ad “essere per gli altri”. Le parole del discorso della montagna sono chiare: essere sale, essere luce. Non siamo chiesa per autocompiacerci, per crescere secondo le nostre logiche, per assumere potere e dire l’ultima parola rispetto alla storia e ai suoi avvenimenti. Siamo chiamati ad essere sale e luce ci dice il Maestro, ed entrambi questi elementi esprimono la loro identità solo se si lasciano consumare per far posto a qualcosa di più importante. Per dare luce lo stoppino si consuma, l’olio della lampada si esaurisce, per dare sapore il sale si perde nell’acqua e nelle pietanze e similmente il nostro essere chiesa si realizza pienamente solo nella misura in cui si lascia accogliere come seme dal mistero di una storia che diventa grembo fecondo capace di generare vita nuova. La seconda traiettoria – ha poi detto monsignor Checchinato – è il Vangelo. Mi pare che l’apostolo Paolo, scrivendo ai Corinzi, metta in evidenza chiaramente che cosa sia essenziale nella nostra esperienza ecclesiale: la consapevolezza di non sapere altro che Gesù Cristo e questi crocifisso! E’ il paradosso del Vangelo che a distanza di duemila anni di storia continua a sorprenderci e stimolarci verso orizzonti sempre nuovi, sempre più affascinanti e coinvolgenti. E per poter gustare questo paradosso abbiamo bisogno di perdere qualche certezza granitica che corrisponde solo alle nostre convinzioni umane, alle tradizioni cristallizzate nel tempo che hanno perso il loro significato, alle gabbie con cui pretenderemmo di ingabbiare in una unica dimensione la poliedricità della Parola di Dio. Proprio per questo l’Apostolo delle genti continua: “La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana”. Incontrare davvero il Signore Gesù e il suo Vangelo significa fare l’esperienza di un prima e un dopo nella nostra vita che può diventare dono non solo per noi ma anche per coloro che incontriamo. Se dovessimo ipotizzare un progetto o un programma per la nostra vita cristiana non ce ne sarebbe uno più bello e più grande di questo: non sapere altro che il Vangelo, non sapere altro che Gesù e la sua vita. La terza traiettoria ce la offre la prima lettura indicandoci alcune concretizzazioni specifiche per la nostra vita: imparare ad essere donne uomini che vivono la libertà e lottano contro l’oppressione di ogni tipo, superare la tentazione di giudicare gli altri per condannarli, apprendere lo stile del Vangelo nella comunicazione “sì, sì, no, no”, aprire il proprio cuore all’affamato, saziare l’afflitto di cuore… Un programma di vita davvero capace di trasformare il nostro cuore e la nostra storia. Un programma di vita che ci chiede uno sbilanciamento nei confronti degli altri fatto di attenzione, di accoglienza, di integrazione, di testimonianza. Un programma di vita che possiamo fare nostro e di cui possiamo essere testimoni credibili, superando la tentazione di attese o pretese nei confronti degli altri. Una frase attribuita al grande santo di questa terra, San Francesco di Paola, recita: “Niuno deve giudicare gli altri, ma solamente se stesso, interpretando sempre i fatti altrui in miglior parte.” Al Signore che ci chiama ad essere sale della terra e luce del mondo chiediamo il dono di una fede retta, una speranza certa, una carità perfetta, da vivere sempre con umiltà profonda nella ricerca della Sua volontà. A lui sia gloria nei secoli dei secoli. Amen!». Da oggi la Chiesa cosentina ha il suo nuovo pastore». Da oggi la Chiesa cosentina ha il suo nuovo pastore. (f.benincasa@corrierecal.it)

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