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Corigliano Rossano, Stasi “apre” ai parlamentari. «Tutti insieme per “riprenderci” il Tribunale»

Toni inediti del sindaco durante l’incontro sulla giustizia. «Non vi carichiamo di responsabilità». Cambiano le regole d’ingaggio

Pubblicato il: 05/02/2023 – 7:31
di Marco Lefosse
Corigliano Rossano, Stasi “apre” ai parlamentari. «Tutti insieme per “riprenderci” il Tribunale»

CORIGLIANO ROSSANO – Vicenda Tribunale, ci siamo ritrovati dove ci eravamo lasciati: stessi volti (più o meno), stesse premesse (precise, identiche), stessa cazzimma di sempre. L’ultima volta che si era discusso pubblicamente delle sorti del diritto alla giustizia a Corigliano-Rossano – un diritto mandato a quel paese undici anni fa – era stato il Consiglio comunale aperto del 12 settembre 2020 che si riunì, come il più classico dei classici nella piazza Cesare Rossi antistante al soppresso palazzo di giustizia. A distanza di 29 mesi, l’argomento non si è stagionato, tutt’altro. E nella Sala Rossa “Giovanni Sapia” di palazzo San Bernardino, nel centro storico, le argomentazioni portate sul tavolo del dibattito promosso dall’Amministrazione comunale erano ferree su una linea di coerenza rispetto a quel settembre di due anni fa: appello alla coesione e rivendicazione di un tribunale per Corigliano-Rossano.
Le uniche differenze percepite in questo lasso di tempo durato due anni, riguardano gli interpreti di questa storia. Che in parte sono rimasti gli stessi ma che vedono mutate le dinamiche: da un lato il sindaco Stasi e la sua forza di governo che è stata una parte importante della battaglia contro la soppressione del presidio, fermo al suo posto, e poi i rappresentanti (dimezzati) del populismo grillino transumati nel frattempo dalla maggioranza all’opposizione; il riconfermato parlamentare leghista Domenico Furgiuele che si è trovato ad abbracciare questa croce del Tribunale di Co-Ro solo perché eletto nel collegio jonico; e infine il neo senatore di Fratelli d’Italia Ernesto Rapani che, invece, la croce tribunale se la tiene abbracciata da sempre («all’epoca della soppressione lasciai il mio partito di allora perché lo ritenni coresponsabile di questa ingiustizia») e che oggi ha anche l’ostico impegno di rappresentare la maggioranza della maggioranza del Governo italiano. Quella, cioè, che è chiamata a decidere e ad avere il coraggio di osare quello in cui altri predecessori non sono riusciti e a «restituire il maltolto» a questo territorio.
Ora, che l’affaire tribunale sia quanto di più ostico che un politico possa affrontare nel presentarsi al nostro territorio è pacifico. E il sospetto che oggi, in mancanza di reali soluzioni all’orizzonte (a parte le buone intenzioni), si stia un po’ cercando di consegnare la patata bollente in mano a chi tiene le redini del Paese in mano, rimane tale. Va evidenziato un passo avanti importante del sindaco Stasi, che durante il suo intervento conclusivo, stamattina, ha voluto – e non lo ha fatto a caso – porre l’inciso sulla vera questione dirimente di oggi. Se si vuole trovare vera coesione politica attorno a questa battaglia, bisogna stabilire le “regole di ingaggio”: tutti vincitori, nessun colpevole.
«Sappiamo tutti – ha ricordato il sindaco – che la questione Tribunale non è assolutamente semplice da risolvere, non è una sfida facile». Poi rivolgendosi alla platea dei parlamentari seduti al tavolo ha ribadito con chiarezza: «Non vi carichiamo di alcuna responsabilità». «Noi saremo al vostro fianco, sapendo – ha scandito il primo cittadino – che quello che vi stiamo chiedendo non è facile. Non è stato facile in passato per Baldino e Scutellà, non sarà facile nemmeno oggi per Rapani e Furgiuele. Non vi carichiamo di alcuna responsabilità qualora non si dovesse raggiungere l’obiettivo. Al contrario, vi supportiamo e vi supporteremo fin quando noi non riusciremo a ridare alla città il nostro Tribunale». E questo riteniamo sia davvero l’aspetto rivoluzionario dell’incontro di oggi, almeno per non far diventare questa vicenda un solo strumento da campagna elettorale.
Noi conosciamo Stasi e abbiamo sempre enfatizzato la sua dialettica e capacità oratoria (che in alcuni casi riesce a trasformarsi addirittura in oclocratica). Questo elemento di novità, emerso stamattina nelle trame del dibattito, è stato voluto e cercato attraverso una fulgida intuizione e non a caso è stato introdotto al termine del suo intervento. Stasi ha finalmente capito (o forse lo ha sempre saputo) che per arrivare alla soluzione di questo e di tanti altri problemi del territorio non serve lo scontro, tantomeno lo scaricabarile. Occorre sinergia, coesione senza colpevoli. Del resto è quello che da sempre ci insegna, indirettamente, la scuola cosentina. Speriamo ora che le posizioni politiche non prendano il sopravvento (né da un lato né dall’altro) e che le parole di Stasi non vengano smentite.

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