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l’ipotesi investigativa

La pista della camorra dietro la breve fuga di Massimiliano Sestito

Il killer della ‘ndrangheta, arrestato a Sant’Anastasia, potrebbe essere stato aiutato da ambienti criminali del Napoletano

Pubblicato il: 06/02/2023 – 13:32
La pista della camorra dietro la breve fuga di Massimiliano Sestito

COSENZA Gli inquirenti stanno indagando a fondo sui suoi movimenti per capire chi possa averlo aiutato nella fuga, durata appena sei giorni. Tra le ipotesi, come scrive oggi fantpage.it, c’è anche la camorra. Massimiliano Sestito, il killer della ‘ndrangheta evaso dai domiciliari a Pero, nel Milanese, il 30 gennaio scorso, già condannato a 30 anni per l’omicidio nel 1991 del carabiniere Renato Lio e in attesa della sentenza della Cassazione per l’omicidio del boss Vincenzio Femia, per il quale era stato già condannato all’ergastolo in Appello, è stato rintracciato a Sant’Anastasia, nel Napoletano. Come sia finito lì al momento non è chiaro. Quel che è certo è che per localizzarlo, gli investigatori della “Catturandi” sono partiti da uno dei suoi cellullari, ritrovati nelle sue tasche. In questo modo è stato ricostruito il suo percorso fino alla stazione della Circumvesuviana a pochi passi dal Santuario di Madonna dell’Arco. Per arrivare fino in Campania, Sestito si è certamente avvalso della collaborazione di uno o più complici. Resta però da capire chi siano e se abbiano legami con la criminalità organizzata locale. Le indagini dei carabinieri in questa prima fase sembrerebbero agire sulla rete di amicizie, alcune delle quali anche molto influenti come ad esempio i Casamonica e gli Spada, che l’uomo è riuscito a costruire nel corso della sua detenzione. Come riportato sempre da fanpage.it, Sestito potrebbe aver stretto rapporti, utili al suo piano di fuga, anche al di fuori della galassia ‘ndranghetista. Nel carcere di Terni, per esempio, sono stati detenuti Bernardo Provenzano, Raffaele Cutolo e Pasquale Sibillo, quest’ultimo giovane capoclan che guidò la “paranza dei bimbi”. Aspetto che non è di poca rilevanza se si pensa che al momento dell’arresto, al 51enne è stata trovata in tasca una busta a lui intestata, al cui interno c’erano mille euro in banconote da 50 euro, con indirizzo destinatario “carcere di Terni”. Tra i vari oggetti in suo possesso i carabinieri hanno trovato anche un adattatore, una scheda sdm una chiavetta usb e un telecomando duplicato che dovrebbe aprire un cancella al momento sconosciuto.

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