REGGIO CALABRIA «Il disegno di legge Calderoli è una porcata, tanto per usare un’espressione cara allo stesso ministro. È un provvedimento che disintegra il principio di solidarietà nazionale su materie fondamentali come la scuola, la sanità e la tutela dell’ambiente. Ma soprattutto propone un modello, una sorta di “secessione dei ricchi”, che punta a dare più forza alle aree più ricche del paese, affossando quelle che storicamente sono più indietro». Giuseppe Falcomatà, sindaco sospeso di Reggio Calabria, non le manda a dire. E chiama la rappresentanza istituzionale del Sud a ribellarsi a una riforma che considera iniqua. «La nostra idea – dice in un post sui social – è esattamente il contrario: sostenere le regioni più in difficoltà per dare slancio all’intera economia nazionale. Nonostante l’approvazione in Consiglio dei Ministri, però, c’è ancora tempo per fermare questo obbrobrio giuridico e costituzionale».
Come? «Le regioni del Sud – ragiona Falcomatà – esprimono in parlamento circa 70 senatori e 140 deputati. A prescindere dal colore politico di appartenenza, se vogliono rappresentare davvero i loro territori, adesso hanno in mano tutti gli strumenti per fermare questa follia che da battaglia identitaria della Lega oggi è diventata una priorità del governo Meloni. È una questione di dignità dalla quale non ci si può e non ci si deve sottrarre per il futuro del Mezzogiorno. Di fronte a queste battaglie non si ubbidisce a ordini di scuderia dei partiti ma si difendono e si rappresentano gli interessi dei cittadini tutti».
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