CORSICO Una fiaccolata per ricordare Pietro Sanua, fruttivendolo, presidente provinciale milanese dell’Associazione Nazionale Venditori Ambulanti (Anva) e fondatore dell’associazione “Sos impresa” a Milano, ucciso in un agguato di ‘ndrangheta nel 1995. Oltre duecento fiaccole hanno illuminato via Di Vittorio, dove l’uomo fu ucciso alle prime luci dell’alba del 4 febbraio di ventotto anni fa, raggiunto da colpi d’arma da fuoco che provenivano da un’auto. Trasportato d’urgenza in ospedale, l’uomo morì poco. Decine le persone che hanno sfilato in un corteo per chiedere verità su un delitto che ancora oggi non ha un colpevole. Sul territorio l’uomo era particolarmente impegnato al contrasto del potere dei clan come sindacalista di Confesercenti a Corsico, area tra le più infiltrate dalla ‘ndrangheta. Sanua non abbassò mai la testa.
Il figlio Lorenzo – scrive il Giornale dei Navigli – risponde alla moglie di Rocco Papalia che dice che la mafia non esiste. «Eccola la risposta alla signora – grida Lorenzo –, siamo noi, siamo tutti noi. Qui ci sono altri figli, mogli, sorelle di vittime innocenti di mafia. Uccisi dai mafiosi. La mafia esiste, ma siamo noi, tutti noi, il cambiamento. È possibile».
Il sindaco di Corsico Stefano Martino Ventura – riporta il quotidiano – ha parlato di «luce di speranza» e del bisogno di «fare concretamente qualcosa. Ricordare le vittime, sempre. Proteggere chi combatte contro la criminalità organizzata, dalle istituzioni, alle associazioni, alle istituzioni, alle forze dell’ordine. Proprio sulle forze dell’ordine, che ringrazio, bisogna investire. Bisogna continuare a sostenere chi ogni giorno si impegna in questa battaglia e tutti noi dobbiamo fare la nostra parte. Pietro Sanua sarà per noi sempre simbolo di impegno e coraggio. Per noi sarà sempre un uomo di Stato».
Sanua, originario del Potentino e residente a Cisliano, in provincia di Milano, fu fiduciario dei mercati di Buccinasco, Corsico e Quarto Oggiaro, per i quali assegnava le posizioni ai venditori secondo le disposizioni delle graduatorie e dei regolamenti e verificava che le posizioni assegnate venissero rispettate. Onesto e corretto, si occupò dei principali problemi dei mercati della provincia (dai sorteggi dei fiori per le fiere alle postazioni davanti ai cimiteri), gestendo regole e graduatorie per il posizionamento dei venditori. Lo fece in un campo dominato dalla criminalità organizzata, soprattutto per quanto riguardava l’Ortomercato di Milano e i mercati delle città di Corsico, Buccinasco, roccaforti della ‘ndrangheta. Prima delle inchieste, denunciò il giro di tangenti e il racket dei fiori intorno all’Ortomercato di Milano e non solo. Grazie alle testimonianze raccolte da alcuni ambulanti denunciò il racket dei fiori coinvolgendo funzionari del Comune, Polizia Annonaria, associazioni di categoria e grossisti. Continuò a denunciare nonostante pressioni e minacce.
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