Popolare e nazionale, decisamente italiano. Sergio Mattarella va al festival di Sanremo, prima volta di un presidente nella storia repubblicana, e si guadagna una standing ovation dal pubblico del teatro Ariston, spettatori magari abbienti ma non necessariamente snob. Due mesi fa il lungo applauso alla prima della Scala, ora al Festival di Sanremo: nei prossimi giorni i commentatori spiegheranno che riflesso avrà questa presenza sul secondo mandato del Presidente, sulla sua popolarità, vi si leggerà in filigrana l’intenzione di non considerare temporaneo il suo bis, di voler unire il Paese in un’unica comunità, di voler tutelare la Costituzione. Ma stasera prevale la cronaca, che già spiega tanto. Mattarella è arrivato a Sanremo stasera, con la figlia Laura, annunciato a sorpresa da Amadeus nella conferenza stampa di stamattina. Una notizia tenuta nascosta fino all’ultimo dai pochi che ne erano a conoscenza: i più stretti consiglieri del Presidente, il vertice della Rai, il conduttore del Festival. Nessuna cerimonia ufficiale, la visita era in forma privata, dunque niente corazzieri, niente accompagnatori nè cerimoniale di Stato. L’organizzazione è stata lunga e delicata, ma l’effetto vuole essere improntato alla massima semplicità. Prima di entrare in sala la consacrazione social: un selfie ‘rubato’ da Chiara Ferragni e postato sull’account Instagram dell’influencer che affianca questa sera Amadeus. Con loro, sorridenti, la signora Laura, Amadeus e Gianni Morandi.
“Che onore Presidente” commenta sempre via social la co-conduttrice del Festival. a il clou della serata presidenziale è la Costituzione. Settantacinque anni fa la summa delle regole della Repubblica è entrata ufficialmente in vigore e il capo dello Stato intende sfruttare tutto il 2023 per ricordarla, spiegarla, farla capire. Anche il palcoscenico del Festival più seguito dagli italiani è un’occasione. Così la presenza di Mattarella diventa lo spunto per l’esecuzione dell’Inno di Mameli, reso intimo da Gianni Morandi, e per una performance di Roberto Benigni sui capisaldi della Carta fondamentale dell’Italia. Le riforme non sono un tema di oggi, la Costituzione contiene in se stessa la possibilità di essere modificata. L’importante sono i capisaldi. E l’istrionico premio Oscar ne ripercorre i passi fondamentali, facendo anche commuovere Mattarella quando ricorda che tra i costituenti c’era un tal Bernardo Mattarella, padre del Presidente. “Questo vuol dire che la Costituzione è sua sorella?” domanda Benigni per stemperare l’emozione. Perché dopo diversi minuti di risate alle battute del comico, sul viso del capo dello Stato compare proprio una profonda emozione al ricordo del padre. Una mano sul cuore, poi il Presidente ascolta l’appassionato monologo sulla Carta, sul ripudio della guerra, sull’importanza dell’articolo 21 che tutela ogni forma di espressione. Alla fine Mattarella ricambia la cortesia: dopo aver accolto con un sorriso e un invito a non disturbarsi l’appauso del pubblico al suo ingresso, è lui stesso ad alzarsi per tributare un omaggio a Benigni, al suo estro italiano e al suo racconto dei principi cardine della coesistenza repubblicana. Poco dopo il Presidente lascia il palco con la figlia per tornare a Roma. Una visita di piacere per un uomo che ama la musica, da quella classica a quella pop; appassionato delle canzoni di Mina di cui con moglie, fratello e cognata vide l’ultimo concerto alla Bussola. Ma anche una visita istituzionale, a ricordare che il Paese ha mille volti, mille energie, dal Nord al Sud, dai più anziani ai più giovani, e che il Festival, dopotutto, un po’ ci rappresenta. Un momento di grande ascolto, un modo per ricollegarsi ancora una volta agli italiani, e per trasmettere loro l’amore per la Costituzione, per le regole che, come ha spesso ricordato, ci rendono comunità solidale e quindi forte.
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