COSENZA Nuova udienza dinanzi al giudice del Tribunale di Cosenza del processo scaturito dall’inchiesta “Cloaca Maxima“. L’indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Cosenza ed affidata ai carabinieri forestali per dare seguito al consistente numero di denunce presentate dai cittadini residenti nelle aree contigue all’impianto di depurazione del fiume Crati. Nel procedimento si sono costituite parti civili le associazioni Fare Ambiente laboratorio Verde di Cosenza, rappresentata dall’avvocato Anita Frugiuele, il Wwf con l’avvocato Fabio Spinelli, Legambiente con l’avvocato Rodolfo D’Ambrosio, il Consorzio Valle Crati con il legale Erika Rodighiero. Del collegio difensivo fanno parte gli avvocati: Filippo Cinnante, Massimiliano De Rose e Francesco Carotenuto.
Nel corso dell’ultima udienza è stato effettuato il controesame del dottore Allegretti, il direttore tecnico dell’impianto nominato dalla società Geko, gestore dell’impianto di depurazione, da parte di alcuni avvocati della difesa. Sono stati inoltre sentiti altri due testimoni del pm Cozzolino, si tratta di Antonio Morrone e Giuseppe De Vita. Sono cittadini componenti dell’associazione Crocevia, fondata il 9 settembre 2011 a Rende, che avevano denunciato la presenza di schiume e di cattivo odore prima del sequestro dell’impianto. Supponendo il mal funzionamento dello stesso. I testimoni, nel corso della deposizione, hanno confermato come la situazione da loro denunciata nel 2017 perdurasse già da moltissimi anni. Secondo il racconto dei testi, sollecitati dall’avvocato Massimiliano De Rose, la situazione legata alla presenza di cattivo odore e schiume non sarebbe mutata neanche dopo il sequestro dell’impianto. C’è di più. Da sopralluoghi da loro effettuati, nei giorni scorsi, sarebbe stata riscontrata la presenza di schiume e aria maleodorante. Si tornerà in aula nel mese di marzo. (f.b.)
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