COSENZA Le attività di emergenza-urgenza sono diventate strategiche nel servizio sanitario calabrese. Lo hanno ribadito anche i commissari di Asp e Ao di Cosenza, Graziano e De Salazar, nel corso dell’ultimo incontro organizzato per illustrare nel dettaglio la rivoluzione che nelle prossime settimane sarà portata a termine nel nosocomio di Cosenza (qui la notizia). Il commissario dell’Asp di Cosenza, Antonello Graziano, ha annunciato il rafforzamento del 118 in Calabria. Un settore particolarmente delicato, e che secondo Amalia Bruni – leader della minoranza in Consiglio Regionale – «vive condizioni insopportabili, non ultimo il mancato riconoscimento delle indennità Covid, una vicenda che ha davvero dell’incredibile». A tal proposito le organizzazioni sindacali hanno recentemente annunciato lo stato di agitazione degli operatori del servizio di emergenza-urgenza, per ottenere il rispetto dell’accordo del 6 Luglio 2020 e per questo Bruni ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione per conoscere quali iniziative intenda assumere nell’immediatezza.
«Gli operatori del 118 sono rimasti per l’ennesima volta esclusi anche dei premi Covid. Riteniamo sia profondamente sbagliato, perché il personale ha operato senza sosta durante tutto il periodo della Pandemia. Sono sicura che il Presidente Occhiuto troverà la strada perché dice di avere a cuore il sistema dell’emergenza-urgenza e siamo stati più volte convocati per assistere alle nuove evoluzioni del 118 in Calabria. Speriamo parta il prima possibile», sottolinea Amalia Bruni al Corriere della Calabria.
L’attenzione di Bruni si sposta sull’ospedale di Lamezia Terme. Quello della consigliera regionale è un grido d’allarme: «Ridiamo dignità al nosocomio». La struttura è piegata dalla carenza di personale in servizio, ma nonostante tutto «ha avuto ed ha ancora oggi validissimi professionisti», ma – dice Bruni – «ha bisogno di una regia importante che ritengo non abbia mai avuto. La direzione sanitaria deve avere un ruolo importante all’interno di questo ospedale, che spesso difetta nel mostrare e promuovere le buone capacità offerte e garantite dai reparti». Secondo Bruni, «il vulnus profondo è quello di essere all’interno di un’azienda sanitaria provinciale che quindi si dibatte tra il territorio che deve essere necessariamente attenzionato e l’ospedale che ha poi dei profili organizzativi di altra natura». Non solo criticità e problematiche ancora irrisolte, l’ospedale di Lamezia Terme per la dottoressa Amalia Bruni può e deve cogliere una grande opportunità: «la vicinanza al grande ospedale “Dulbecco”». La legge sulla Dulbecco ha spianato la strada alla nascita di una grande Azienda ospedaliero-universitaria e questo, per Bruni, «consentirà di ripensare l’organizzazione sanitaria del territorio dell’area centrale della Calabria: ospedali spoke come quelli di Lamezia Terme e Vibo Valentia, non possono rimanere fuori da un pensiero organizzativo». (f.b)
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